Dopo un po’ di giorni di umore vago, oggi i misteriosi percorsi della psiche hanno svoltato verso lidi più ariosi e soleggiati. Fatto sta che sulla scena del teatro dell’anima è riapparso un personaggio a me caro, la salumaia.
Ora, da bambina ricordo una salumaia allegra e vitale, piuttosto in carne; dietro al bancone, col grembiule bianco, sembrava sprizzare energia da tutti i pori mentre affettava prosciutti e pesava formaggi. Così da adulta, quando ho cominciato a sentire un certo spirito scorrermi nelle vene, è diventato, ufficialmente, lo spirito della salumaia: concreto, allegro e vitale, appetente di tutto ciò che può essere piacevole e fruibile, ma anche molto pragmatico e realista, che quando c’è da tirarsi su le maniche se le tira su e non sta tanto a rimuginare. E’ la mia anima terrigna, che interviene quando l’altra -un po’ più aerea e contemplativa- svolazza troppo nelle nuvole, indugia troppo per sentieri malinconici, scivola per chine depressogene. Allora si sveglia lei, risorsa preziosa e piena di forze. Entra in camera e spalanca le finestre, rassetta le lenzuola, riordina le cose sparpagliate, spazza, spolvera e in men che non si dica va a ramazzare per altre stanze. Infaticabile. Mi è molto simpatica la salumaia. E’ un po’ cocciuta, a volte vola un po’ troppo basso e rischia di essere tagliente, e di tagliare anche qualche aspirazione. Ma è vitale e porta energia. Attraverso il suo sguardo, molte cose diventano appetibili. Così, quando lei è nei paraggi, è meglio che non guardi troppo le vetrine: che diventino interessanti quelle di una ferramenta (un vero mondo incantato!) fa poco danno, ma già quelle di panetterie e pasticcerie qualche problema rischiano di crearlo, per non parlare dei magici mondi delle cartolerie, dei casalinghi… Io non ho lo shopping antidepressivo, a me piace comprare per allegria. Dunque, di questi tempi necessariamente parsimoniosi, meglio occhi alle nuvole e passi svelti verso casa…
Silvia