Sono mille, un milione di miliardi, i volti, gesti, parole, sorrisi, che s’incontrano lungo un cammino tanto tortuoso quanto lieto chiamato vita.
Sono poche quelle che lasciano un segno, impronta indelebile che mai nessuno, in nessun tempo o luogo potrà derubare o scemare in bellezza ed essenza. Un particolare e dovizioso ringraziamento vorremmo giungesse con affetto e stima al dirigente Giorgio Tortelli che per anni ha svolto il suo operato presso l’istituto comprensivo di Remedello dedicandosi con particolare attenzione ai molteplici dilemmi che il quotidiano offriva. Da qualche tempo operante presso l’istituto Mariano Fortuny di Brescia. Sono passati in un soffio gli anni. Domani per lui un nuovo cammino prende inizio, di riposo e di pausa dal trambusto a cui era abituato. E’ stato per noi famiglia compagno fido di viaggio; passo dopo passo ha con noi lottato, creduto, sperato, osato, affinchè Vittoria potesse sfruttare al meglio le opportunità cognitive e di relazione. Con commozione ricordo i tanti discorsi, sogni gettati, rincorsi, afferrati, rilanciati. Ha saputo sollevare un volto rigato di lacrime, il mio, quando sembrava che tutto fosse finito, che nessuna mano bussasse alla porta; che la burocrazia ci tagliasse le gambe; che la malattia affondasse radici ancora più fonde e crudeli… Abbiamo insieme galoppato le vie, condividendo gioie e dolori, vittorie. A distanza possiamo dire con orgoglio e gioia che è merito suo se la mia Vittoria quando era alla secondaria ha potuto dimostrare di comprendere, dando riscontro positivo; facendo capire che nulla era finito, che si poteva ancora sperare e tentare, sfidare; che la malattia non era un punto fermo ma di partenza, ponte di lancio verso l’infinito. Piansi lacrime amare quando seppi del suo trasferimento, mi sentivo in abbandono. Fu con poche parole che seppe ridarmi forza ed energia. Mi disse che se avessi smesso di lottare per Vittoria sarebbe stata la fine; che ce l’avrei fatta, che ci saremmo tenuti in contatto. La parola ha mantenuto. Nelle mille traversie di una scuola superiore, da dietro le quinte, suggeriva e dava consigli, ammoniva, rincuorava, dava vicinanza ed affetto. La nostra fortuna è stata di averlo incontrato, di aver riposto nella sua figura fiducia piena, incondizionata. Mi addolora l’aver sentito per vie traverse parole poco gentili rivolte al suo operato o ai gesti bruschi che talvolta lo caratterizzavano. Nessuno è perfetto ma il dirigente, il nostro dirigente, è di animo gentile e generoso, buono, ilare, cordiale, affettuoso e misericordioso, competente, disponibile. Lo ringrazierebbe di certa la maestra Rita Piva, strappata alla vita l’11 aprile, la quale con senso di riconoscenza lo ricordava sempre e in lui serbava fiducia e stima. Lo ricorda la maestra Giovanna Bonetti per aver condiviso una parte di cammino scolastico. Lo ricordano i piccoli e grandi allievi da lui accolti con severa bontà.
Lo ricorderà Joseph Bankole da lui accolto e supportato nell’ingresso a breve nella scuola superiore, aiutando, valutando, mettendo in atto le varie strategie. Lo ricorda quella furbastra di Vittoria che una mattina essendo l’insegnate di sostegno assente lo prese per mano e si fece accompagnare in classe. Lo ricorda la piccola Celeste… Per tutti coloro che non lo hanno saputo comprendere, apprezzare, amare, non sanno cosa si sono persi… Poche righe per tratteggiare un tratto di vita, ora volge in muta. Vittoria, Celeste con mamma Milena e papà Giorgio ringraziano di cuore “il dirigente” per aver saputo e voluto credere nella vita, dando appoggio pieno alla fragilità, supportando le famiglia nel complicato intrico burocratico ed umano. Mamma Milena chiede “scusa” per tutte le volte che l’ha disturbato …
La nostra famiglia altro non può dire che
“GRAZIE!! ED ANCORA GRAZIE!!
LE VOGLIAMO TANTO TANTO BENE…”
Milena, la mamma di Vittoria e di Celeste