Raffaello Mastrolonardo ha 47 anni, tutti trascorsi a Bari. Nel 2005 ha pubblicato la raccolta di poesie “Emozioni”.
“Lettera a Léontine” è il suo primo romanzo.
Come è difficile. Come faccio a raccontarne, a far scivolare i ricordi fra le dita come fossero sabbia? La stessa sabbia che vedo scorrere nella clessidra della mia vita. Inesorabile, non si ferma, non si ferma mai. Quel giorno no, non fu così, avevamo tutto davanti a noi ma quel giorno è ormai così lontano…..
Questo romanzo è la storia di un uomo che è giunto a quel punto della vita dove si é costretti a tirare le somme e lo fa raccontandosi, narrando la sua tormentata relazione amorosa vissuta al di fuori del matrimonio e scrivendo una lettera a quell’amore che sempre gli è mancato.
Piergiorgio è un medico ricercatore che lavora presso il reparto ginecologico del Policlinico di Bari, è sposato con Alessandra ed hanno una figlia adolescente, Sveva. Mentre la sua carriera è all’apice, il suo matrimonio, dopo undici anni, è fatto di consuetudini senza slanci; giorni che si trascinano per inerzia, ognuno col proprio ruolo. Agli occhi degli altri sono una coppia modello: sempre insieme, mai un litigio, nessun dubbio, nessun scricchiolio. In realtà cosa avevano fatto della loro vita, dei loro sogni? Dove e quando era iniziato il declino? Non se ne erano accorti o non volevano accorgersene? Troppo complicato e faticoso; ambedue avevano scelto il quieto vivere perché l’abitudine è il più potente narcotico dell’anima. Durante la presentazione di un libro Piergiorgio incontra Léontine, detta Lea, trentenne, alta, magra, viso spigoloso, capelli ramati. Lei è un medico di base, nubile, elegante e sensuale, intelligente, ironica e determinata; il tipo di donna che potrebbe interessargli. Successivamente però non ci sono occasioni, trascorrono tre anni prima che lei lo chiami per motivi di lavoro. Ecco l’opportunità di rivedersi e poi la richiesta di Lea per partecipare ad uno stage che si teneva al policlinico. Questo diede loro modo d’incontrarsi dapprima per la pausa caffè, poi per il pranzo che divenne una piacevole abitudine per scambiarsi opinioni, impressioni sui reciproci interessi: musica, libri, poesie. Questo confrontarsi ed ascoltarsi suscitò emozioni e sentimenti che non poterono e non vollero più tacitare. Quando lei lo invitò a casa sua si lasciarono trasportare dal loro amore ed iniziarono a viverlo pienamente. Lunghe passeggiate per la città vecchia, ristorantini tipici, mostre d’arte e gite fuori porta non fecero altro che accrescere la loro complicità ed il loro sentimento. Per lui, quarantenne, era una nuova opportunità, una seconda primavera ma non aveva fatto i conti con la sua coscienza; un tarlo la corrodeva.
Iniziarono i sensi di colpa nei confronti della moglie e della figlia, gli attacchi d’ansia e la necessità di ricorrere allo psicoterapeuta. Ad un certo punto, non potendo più vivere nella doppiezza, lascia moglie e figlia per andare a vivere da solo ma in seguito…
Romanzo di un amore fatto di impeti, delusioni, abbandoni, pentimenti e di rimpianto per ciò che poteva essere e non è stato. Un libro pieno di poesia con un finale inaspettato, avvincente e struggente che ha dato un senso al rapporto amoroso senza cadere nella banalità.
Gaboardi Angela