1) Volt Amp Box
2) Michelle
3) Blah Blah Blah
4) Turkish
5) Miss Your Eyes
6) Cuddles & Painkillers
7) Here By Me
8) J.J.N.C.
9) Last Night With You
10) Shreds
11) Violet
12) Lullabies
13) Venom (Start Again)
Il Punk Rock è un genere che, musicalmente, ha avuto poco da dire fin dal periodo in cui si è sviluppato, ma paradossalmente ciò non può essere descritto come un difetto, in quanto l’importante per gli artisti punk e il loro pubblico non è mai stato il provare stupore per un tempo dispari o cercare di sentire il suono al tocco del plettro sulle corde; niente di tutto questo. Fondamentale, infatti, in tale stile musicale (nonché di vita, per molti) sono sempre stati i testi: inizialmente i messaggi erano prevalentemente politici e sociali, al giorno d’oggi invece ci sono i gruppi che continuano a trattare i suddetti temi così come altri che scrivono testi perlopiù divertenti e goliardici.
Quest’ultimo è il caso dei Let It Slide, band bergamasca con all’attivo già un EP, chiamato Venom e pubblicato nel 2010, che presentava tracce sia in inglese che in italiano. Con il loro secondo lavoro, A Small Step Forward, il gruppo ha rinnovato la propria proposta, inserendo più brani (tredici contro i sei del debutto) e tutti cantati in lingua inglese. La formula del trio è molto semplice: un riff di power chords efficace ad inizio canzone, ritornello orecchiabile e testo che oscilla costantemente tra il serio e il faceto. Sarebbe inutile dilungarsi in un noioso track-by-track, dal momento che, comprensibilmente, le tracce seguono quasi sempre lo stesso schema. In ogni caso, i pezzi in cui la formula si rivela maggiormente convincente sono l’opener “Volt Amp Box”, “Violet” e “Lullabies”, mentre i brani meno riusciti sono senza dubbio “Cuddles & Painkillers” e “Here By Me”.
Musicalmente è da segnalare un’ottima prova da parte di tutti i componenti della band: il cantante ha una voce sporca quanto basta ed è il vero protagonista del disco in quanto anche chitarrista, il batterista e il bassista creano una sezione ritmica che fa da colonna portante alle canzoni. Ottima anche la produzione, con il basso sempre ben udibile – rarità di questi tempi – e con la chitarra elettrica che, per quanto abbia un suono saturo, estremamente distorto, non oscura mai gli altri strumenti né tantomeno la voce.
In conclusione, “A Small Step Forward” è un album che soddisferà il palato degli amanti del genere: è una mezz’ora abbondante di pura musica Punk, molto orecchiabile e ben prodotta. Voto 7,5.
Carlo Chiesa