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Le prugne

ORIGINE E DIFFUSIONE SUCCESSIVA
Il pruno europeo, da alcuni chiamato prugno o susino (Prunus domestica L., 1753) è una pianta della famiglia delle Rosacee che produce i frutti noti col nome di prugna o susina.
Originario dell’Asia, nello specifico della zona del Caucaso, in seguito cominciò ad essere coltivato anche in Siria, principalmente a Damasco.
I Romani, verso il 150 a.C., lo introdussero nell’area del Mediterraneo, ma furono i Cavalieri della Prima Crociata a portarlo in tutta l’Europa intorno al 1200 d.C., dapprima in Francia, poi in Germania e nelle altre regioni. Si spinge (forse inselvatichita) nell’Europa centrale, giungendo con la var. Juliana fino alla Danimarca e alla Scandinavia meridionale. L’origine della parola prugna è alquanto incerta: probabilmente, deriva dalla radice indoeuropea prus, bruciare, da cui deriva anche il greco pyrsòs, rosso, colore del fuoco ardente.
Susina è il nome corretto dei frutti tondi del Prunus Salicina di origine probabilmente cinese e arrivato nelle campagne europee più recentemente.

PROPRIETÁ E BENEFICI
Il frutto contiene le vitamine A-B1-B2 e C e alcuni sali minerali: il potassio, il fosforo, il calcio e il magnesio. La polpa della susina è utile al fegato per compiere il processo della secrezione biliare.
Grazie al loro contenuto di vitamine e sali minerali, le prugne aiutano a reintegrare i minerali e sono un valido aiuto contro la stanchezza. La polpa è ricca di sostanze antiossidanti quali flavonoidi e polifenoli. Il frutto contiene, inoltre, difenilisatina, una sostanza che stimola la funzione intestinale; le prugne, quindi, sono utili in caso di stitichezza. Sono, inoltre, disintossicanti e diuretiche.
La prugna a buccia gialla è quella con il più elevato contenuto di fibre, mentre la prugna a buccia rossa è la più ricca di antiossidanti.
Secondo uno studio condotto dall’equipe del Dott. Bahram Arjmandi, le prugne secche aiutano a prevenire l’osteoporosi nelle donne in menopausa. Le prugne secche sono più ricche di nutrienti, ma hanno un potere calorico oltre 4 volte superiore rispetto alle prugne fresche. Le prugne non sono alleate di chi soffre di colite, in quanto il loro consumo può aumentare gonfiori e spasmi.

I molti benefici di questo frutto non solo aiutano la digestione ma sono anche note per migliorare la salute cardiovascolare, combattere i radicali liberi, rinforzare il sistema immunitario ed abbassare il colesterolo. L’effetto lassativo è dovuto alla presenza nel frutto di una consistente parte fibrosa. Gli esperti raccomandano di assumere almeno 25 grammi di fibra al giorno: mangiando 100 g di prugne secche al giorno (circa 8-10 prugne) forniamo all’organismo circa un terzo della quantità raccomandata. L’assunzione di un buon contenuto di fibre determina anche una diminuzione dell’assimilazione delle sostanze nutrienti, un prolungamento del senso di sazietà, un effetto prebiotico, una riduzione del picco glicemico plasmatico postprandiale e un’attenuazione della secrezione di insulina.
Il consumo di prugne rappresenta un valido aiuto per contrastare l’iperglicemia (elevati livelli di glucosio nel sangue), uno dei fattori di rischio per lo sviluppo del diabete di tipo 2.
Sempre grazie alle fibre, le prugne, sia fresche che secche, aiutano a ridurre l’assorbimento del colesterolo cattivo LDL. Le fibre infatti si legano agli acidi biliari e favoriscono l’espulsione del colesterolo attraverso le feci. Limitare l’accumulo di colesterolo nelle arterie significa evitare la formazione di pericolose placche che provocano il restringimento dei vasi (arteriosclerosi), causa principale di infarto, ictus ed insufficienza cardiaca. L’elevato contenuto di acqua e di sostanze oligominerali rendono la susina un frutto capace di esercitare un’azione diuretica, indicata per chi soffre di ritenzione idrica o di ipertensione. Le componenti delle prugne favoriscono lo sviluppo osseo, migliorano la densità e prevengono la perdita ossea. Anche la vitamina K e il manganese interagiscono nel processo di mantenimento in salute delle ossa.

CALORIE
Le prugne fresche forniscono un apporto calorico che va, a seconda della specie, dalle 30 alle 46 kcal per 100 gr.

CONTROINDICAZIONI
Il consumo di fibre è sconsigliato in caso di infiammazione del colon o di gastrite o se si sta seguendo un regime alimentare povero di fibre. Un consumo troppo abbondante di prugne potrebbe determinare stati diarroici e dissenteria, oltre a tutti gli effetti collaterali derivanti dalla fermentazione intestinale delle fibre solubili, ovvero meteorismo e flatulenza.Le susine, contengono ossalati che, in caso di assunzione eccessiva, potrebbero causare problemi a chi soffre di formazione di calcoli renali. Una limitata assunzione di susine, tuttavia, non comporta alcuna ripercussione.

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