Il Comune di Montichiari, nelle persone degli Assessori Franzoni, Gardoni e Lanfranchi, il Centro Diurno Casa Bianca e i relatori Marzia Borzi e Federico Migliorati: grazie a tutti loro si è svolto, in occasione della festa della donna, un incontro intitolato LE DONNE DEI POETI NELLA GRANDE LETTERATURA ITALIANA.
Molto partecipato e molto interessante questo viaggio nel tempo per conoscere le muse ispiratrici di grandi poeti. Donne che fino a pochi decenni fa dovevano stare sempre un passo indietro, che non potevano svolgere professioni prettamente maschili, non potevano votare, ma solo essere mogli e partorire molti figli.
Si è partiti con BEATRICE PORTINARI: nata nel 1290, figlia di un ricco banchiere, morta giovanissima di parto, fu la dama ispiratrice di DANTE.
Pur tra dubbi per scarsa documentazione, è stato poi confermato essere davvero esistita.
Fu un amore platonico, perché pur avendola conosciuta da piccola, quando Dante la rivede, lei è già sposata. Dante le dedicò versi nell’opera Vita Nova, ma l’opera più importante a lei dedicata fu poi la Divina Commedia.
LAURA DE NOVES, nata nel 1310 ad Avignone, soprannominata Madonna Laura, nobildonna francese: PETRARCA la conobbe quando era già sposata; lui scrisse ne Il Canzoniere il suo amore infelice per lei, idealizzandola e trasfigurandola quasi come fosse un angelo.
MARIA Q’AQUINO, nobildonna napoletana, identificata dal poeta in FIAMMETTA, fu la musa ispiratrice e il grande amore di BOCCACCIO.
Nata nel 1348, era figlia illegittima del re Roberto di Napoli e Boccaccio la conosce quando è già sposata. Inizia una relazione più carnale delle precedenti descritte, durata 4 anni, fino al trasferimento di lui a Firenze. Boccaccio parla di lei in tutte le sue opere, soprattutto nel suo capolavoro: il Decamerone.
ALESSANDRA BENUCCI, nobile fiorentina, nata a Barletta nel 1480, si trasferì poi a Ferrara col marito nobile ferrarese. Già vedova ebbe una relazione dapprima clandestina con LUDOVICO ARIOSTO, poi si sposarono in segreto per mantenere benefici ecclesiastici di lei, che rimase però presto vedova anche di Ariosto. Col nome di ANGELICA, Alessandra Benucci è il personaggio femminile protagonista nel poema l’Orlando Furioso.
FIORE DI VICENZA è la ragazza che nel romanzo storico “Promessi Sposi”, ALESSANDRO MANZONI chiama LUCIA MONDELLA, descritta come donna cristiana, gentile, modesta e saggia. Nel romanzo subisce le molestie di Don Rodrigo; nella realtà avendo all’epoca il signore feudale il diritto di passare la prima notte di nozze con le ragazze sue serve… lei, violentata dal suo ricco signore, lo denunciò. Manzoni parlò di lei e della Monaca di Monza con delicatezza, ma nella vita reale fu meno delicato con le sue mogli, com’era purtroppo normale allora che queste servissero solo a fare molti figli.
TERESA FATTORINI, la SILVIA di GIACOMO LEOPARDI, figlia del cocchiere di casa Leopardi, abitava a Recanati nel palazzo di fronte a lui, fragile fisicamente, tanto che morì di tisi a 21 anni, nel 1818. Leopardi se ne innamorò, non corrisposto, perciò la idealizzò, le dedicò la famosa poesia 10 anni dopo la morte, scrivendo pur con tristezza, di speranza, ricordando la giovinezza.
ELEONORA DUSE, nata a Vigevano nel 1858, figlia di attori, lei stessa grande attrice teatrale soprannominata la Divina, fu amante di GABRIELE D’ANNUNZIO, che la conquistò con audacia e che avrà con lei un legame burrascoso, anche per i tradimenti e la cattiveria di lui nei confronti di lei, più grande d’età, che durò una decina d’anni.
Nella poesia “La pioggia nel pineto” D’Annunzio la chiama Ermione, come la dea della mitologia greca, rappresentando un amore dimenticato e puro a cui tornare, con la pioggia che coinvolge tutti i sensi.
DRUSILLA TANZI, nata nel 1895, scrittrice, soprannominata Mosca perché essendo miope portava occhiali spessi e musa per molti anni di EUGENIO MONTALE, a cui il poeta dedicò la famosa poesia “Ho sceso le scale dandoti il braccio”.
Si rivedono dopo anni, quando lei è sposata ad un critico d’arte, si innamorano e vanno a convivere, pur se nel frattempo Montale ha un’altra amante, per questo Drusilla tenta 2 volte il suicidio, ma la convivenza continuerà e nel 1862 si sposeranno.
TERESA FOSCOLO, sposata con il conte FOSCARI, contessa veneta nata nel 1916, chiamata Contessa Rossa, colta, intelligente, bellissima, battagliera. Nel romanzo I Conti Finzi-Contini è la MICÒL di GIORGIO BASSANI, che ebbe con lei una lunga frequentazione amichevole, tanto che le lasciò in custodia i 6 quaderni contenenti il manoscritto di questo romanzo. Da questo viaggio lungo circa 500 anni, si nota che tutti questi poeti si innamorarono di nobildonne già sposate, che tuttavia precorsero i tempi vivendo amori trasgressivi, ispirando forti sentimenti ai loro amati. Merito dunque dell’ispirazione, dell’amore e del coraggio delle donne se molti capolavori sono intramontabili.
Olfi Ornella