ORIGINE E DIFFUSIONE SUCCESSIVA
L’albicocca è il frutto dell’albicocco (Prunus armeniaca), appartiene alla famiglia delle Rosacee e al genere prunus, cui appartengono anche ciliegia, prugna, mandorla, pesca. L’albicocco è una pianta originaria della parte di Cina nordorientale confinante con la Russia.
La sua presenza data più di 5000 anni di storia. Da lì si estese lentamente verso ovest attraverso l’Asia centrale sino ad arrivare in Armenia (da cui prese il nome, ancora oggi in Liguria vengono chiamate in dialetto “armugnin”, in Lombardia “mugnàgh” e in Veneto “armełin”) dove, si dice, venne scoperta da Alessandro Magno.
I Romani la introdussero in Italia e in Grecia nel 70-60 a.C., ma la sua diffusione nel bacino del Mediterraneo fu consolidata dagli arabi: infatti “albicocco” deriva dalla parola araba al-barquq.
L’albicocco crescerebbe selvatico in natura in Cina da ben 4 000 anni. Oggi è diffuso in oltre 60 paesi e viene coltivato in climi caldi o temperati e relativamente asciutti.
LE PROPRIETÁ DELL’ALBICOCCA
L’albicocca è ricca di vitamina B, C, PP, ma soprattutto di carotenoidi, precursori della vitamina A. Due etti di albicocche fresche forniscono il 100% del fabbisogno giornaliero di vitamina A di un adulto, e sono quindi indicate per favorire la protezione della cute e potenziare le capacità visiva. L’albicocca è indicata in caso di problemi dovuti alla carenza di fibre, come la stitichezza, oltre a proteggere la pelle dal sole. È utile per prevenire l’eccesso di radicali liberi, che è alla base dei processi di invecchiamento e trasformazione cellulare, per aumentare le difese immunitarie e stimolare l’appetito. L’albicocca, inoltre, è da sempre considerato un toccasana contro ristagni e gonfiori che ne conseguono. L’albicocca è ricca di magnesio, fosforo, ferro, calcio e potassio, facendone un alimento irrinunciabile per chi è anemico, spossato, depresso e cronicamente stanco. Si raccomanda ai convalescenti, ai bambini nell’età della crescita e agli anziani, ma è sconsigliato a chi soffre di calcoli renali. Il sorbitolo invece conferisce all’albicocca leggere proprietà lassative. L’albicocca è fonte di boro, un minerale prezioso perché stimola l’azione dei fitoestrogeni assunti con gli alimenti (legumi, soia, germogli di trifoglio rosso ecc.) e contribuisce all’assorbimento del calcio, prevenendo l’osteoporosi. Inoltre, contrasta efficacemente lo stress e rinforza il cervello e le sue funzioni.
L’albicocca contiene acido abscissico (Aba), un fitormone che contribuisce al controllo degli zuccheri nel sangue, quindi alla prevenzione dell’insulino-resistenza e del diabete. Inoltre, questo elemento è un valido alleato contro la formazione di grasso addominale e il rallentamento del metabolismo.
Grazie alla presenza di betacarotene, l’albicocca contrasta l’azione di particolari enzimi che distruggono il collagene, la proteina che contribuisce a mantenere tonici i tessuti, compresi la pelle e le pareti dei vasi sanguigni, prevenendo rughe, perdita di tonicità muscolare e di elasticità dei vasi sanguigni e linfatici. In tal modo, questo frutto mantiene giovane la cute e migliora la circolazione, prevenendo anche le varici e la ritenzione di liquidi.
L’albicocca è tra i frutti con il maggiore indice di sazietà, oltre a essere altamente digeribile.
Consumare 3-4 frutti maturi al giorno, quando sono di stagione, aiuta a tenere sotto controllo il desiderio di dolci grazie alla presenza del magnesio, un sale minerale efficace in questi casi. Il sapore zuccherino non deve trarre in inganno. Le albicocche infatti hanno un apporto calorico bassissimo (solo 28 kcal per 100 g) per essere un frutto. Valori nutrizionali medi: carboidrati: 6,5; proteine: 0,4; grassi: 0,1; acqua: 86,3; calorie: 28. Parte edibile: 94%; calorie al lordo: 26. Vitamina A (retinolo equivalente 360 μg/100 g p.e.) Potassio: 320 mg/100 g p.e.