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L’ALCOOL SI ERA PRESO TUTTO!

Ciao sono Graziano e sono un’alcolista. La mia storia comincia a 14 anni quando un giorno vidi morire mia mamma in un letto d’ospedale: cirrosi tossica dovuta all’abuso di alcool. Un anno dopo anche mio papà se ne andò. Mi ritrovai solo con 2 sorelle piccole. Abitavo a Torino e ci portarono a Brescia in una famiglia che ci adottò. Ricordo che ero un ragazzo triste, non avevo amicizie ma una sera la mia vita cambiò. Un ragazzo che abitava nella mia via mi fermò e mi chiese se volevo conoscere i ragazzi della sua compagnia; risposi di sì ma dissi che ero timido… lui mi fece un sorriso e mi disse che aveva la cura: si trattava di bere 3 birre. Incuriosito dissi di sì e provai, ricordo che la prima birra era amara, la seconda sembrava che si muoveva qualcosa e la terza non la ricordo: mi portarono a casa ubriaco. Sì, ho cominciato così. Adesso mi rendo conto che quella cura mi avrebbe portato alla rovina in maniera lenta e progressiva. Passarono gli anni e quel ragazzo timido era diventato grande. L’alcool era il protagonista della sua vita e come un burattino mi facevo manovrare da lui senza il quale non ero più in grado di fare nulla: si era preso tutto!!! Persi il lavoro, un mucchio di soldi…
Avevo una moglie e una figlia piccola che quando tornavo dal lavoro correva incontro al suo papà felice di vederlo, ma quel papà non vedeva il sorriso della bimba e non sentiva le urla della donna che nonostante tutto, la sera, la trovavo in cucina a piangere. Sì, quel ragazzo non aveva più niente, il suo sguardo era sul tavolo della cucina per vedere se c’era il suo unico amore …. l’alcool. Una sera quella donna, con un sorriso coperto dalle lacrime mi disse: “Graziano, tu hai un problema con l’alcool, fatti aiutare”. Ricordo quel volto e stranamente capii quello che mi stava dicendo. Nonostante era luglio e faceva molto caldo, ricordo che tremavo dal freddo… mia moglie mi accompagnò in un luogo e sul cancello c’era una targhetta con scritto AA alcolisti anonimi. Col mio orgoglio dissi tranquillamente: “Lo faccio per te ma poi non verrò mai più”. Entrai in quella stanza e vidi tanta gente che mi sorrideva, dissi subito che mi trovavo in quell’ambiente ma che non era il mio posto, che non sarei più tornato perché Io non avevo bisogno di loro.
Uno del gruppo mi disse: “Siediti e ascolta, alla fine sarai tu a decidere! Mi sedetti e mi dissero che quella serata era dedicata a me… era tanto tempo che nessuno mi diceva una cosa del genere! Così ascoltai tutte le testimonianze e sentivo storie che mi appartenevano: chi beveva di nascosto, chi rubava i soldi per procurarsi l’alcool, chi raccontava bugie, chi beveva sul posto di lavoro… erano tutte cose che facevo io. Quella serata dedicata a me giunse al termine e quindi dovevo decide cosa fare. Decisi di andare ancora una volta per curiosità… sono passati 9 anni da quella sera che ritornai la seconda volta. E ricordo tutto di quella serata di luglio che faceva caldo ma tremavo di freddo. Mi dissero: “fallo per te stesso, prova a stare 24 ore senza bere poi ancora 24 e così via… “. Non mi dissero che non potevo più bere ma solo di fare le 24 ore e di ricordarmi che la mia era una malattia lenta, progressiva e mortale ma che anche il recupero sarebbe stato lento e progressivo. Questa malattia l’ho fermata così: facendo le 24 ore! Le stò ancora facendo, non devo predere il primo bicchiere, lo devo fare per me stesso.
Ringrazio AA che mi ha salvato la vita.
Ciao da Graziano, serene 24 ore.

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