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Lago di Braies e Val Pusteria

Stupendo fine settimana d’autunno in Val Pusteria, in ottima compagnia di amici: un susseguirsi di paesaggi mozzafiato, di stupore, di meraviglia…quasi impossibile tradurre in parole tanta bellezza naturale!! Il più bello in assoluto, per me, fra i laghetti visti in zona, è il Lago di Braies: l’acqua di un verde meraviglioso, le montagne che sembrano entrare nel lago e vi si specchiano magicamente, creando effetti speciali quando i raggi del sole ne illuminano le cime. Questo lago, al termine di una strada, è immerso in un contesto naturale unico! Il titolo della serie tv qui registrata “A un passo dal cielo”, non poteva essere più azzeccato! Pace e silenzio, lungo il sentiero che costeggia  tutto il lago, a tratti proprio a riva, a tratti immerso nel sottobosco; un ruscello, un ponticello in legno, panchine su cui sedersi per riposare in tranquillità, una Chiesetta., una palafitta..il tutto in un’ armonia che invita a meditare e ringraziare per tanta bellezza  intorno a noi!! In autunno ci sono meno turisti che in piena estate, perciò si può entrare meglio in sintonia con questo angolo d’Italia ai piedi delle imponenti Dolomiti e contemplare tutt’intorno: cime rocciose, pendìi di pini  e larici, catene di montagne che si intrecciano, vallate che si insinuano nei boschi e l’azzurro di un cielo così vicino da sembrare davvero a portata di mano. Nelle vicinanze, a  poco più di 2000 metri d’altitudine, prati a perdita d’occhio molto ampi, ancora molto verdi, con mucche libere al pascolo; gli ultimi fiorellini e solo qualche ciuffo d’erba ingiallito, così come qualche chiazza colorata sparsa sui monti annuncia l’arrivo tardivo dell’autunno; temperature già piuttosto basse, fino a farci ammirare qualche fiocco di neve, che scendendo di quota diventa presto pioggerellina. Altrettanto affascinanti i Castelli medievali ( Campo Tures, Monguelfo, Brunico…), dalla cui sommità il panorama spazia per chilometri a valle. Storie intriganti e leggende di trame d’amore, di guerra, di lotte di potere, vissute in ogni castello: donne innamorate rinchiuse da padri padroni, alcune poi suicide; fasti e ricchezze dei tempi migliori ostentate negli arredi e nei dipinti, anche se poi nei secoli povertà e abbandono hanno lasciato il segno, fino al ripristino e alla rivalorizzazione di queste strutture da parte di associazioni che ne permettono la conservazione; reperti raccapriccianti di strumenti da tortura….e, come leggenda vuole, un fantasma non manca in nessun castello! La particolarità che distingue però i castelli di montagna è il grande uso del legno, lavorato e intarsiato con maestrìa, soprattutto quello ricavato dal pino cembro, perché inattaccabile dai tarli; in ogni stanza imponenti stufe a legna di ceramica in stile tedesco scaldavano locali molto gelidi, poco baciati dal sole. Boschi attraversati da sentieri intriganti, ruscelli e molte specie di alberi, erbe selvatiche e medicinali, attorniano ogni Castello, creando un’atmosfera magica.
Castello di Campo Tures
Questa breve immersione nella natura ci ha ricordato il patrimonio di cui disponiamo e quanto siamo in dovere di rispettarlo e conservarlo. Nel Trentino Alto Adige in effetti si osservano pulizia, ordine e cura in ogni dove si volga lo sguardo. Nei paesini montani  gli alberghi più caratteristici sono in realtà “masi”, rifugi cioè dove il lusso principale è un’accoglienza calorosa che fa sentire quasi in famiglia! Non ultime le prelibatezze gastronomiche, un po’ speziate, molto saporite e appetitose. La Val Pusteria ci ha proprio preso il cuore e, malgrado purtroppo la lingua tedesca faccia sembrare già all’estero, la gente è accogliente, cordiale e semplice. Un tuffo rigenerante fuori dalla frenesia quotidiana per immergersi dove il tempo sembra essersi fermato!           

Ornella Olfi

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