Ecco il disastro del modello tedesco, quello che secondo i tromboni televisivi dovrebbe essere il nostro modello. Le fonti sono autorevoli, cioé: OCSE, German Institute for Economic Research, Peterson Institute for International Economics, WSJ. Non aggiungo commenti, se non ci arrivate da soli…
– il modello di competitività della Germania porta un solo nome: tagliare gli stipendi. Solo abbassando i redditi la Germania è riuscita a rimanere la prima economia dell’Eurozona, perché è riuscita ad esportare masse di prodotti a costi bassi. Ci hanno guadagnato in due: le multinazionali Neomercantili tedesche, e i numerini sui computer del Tesoro di Berlino. Ci hanno perso tutti gli altri tedeschi.
– Carsten Brzeski del colosso assicurativo ING ci dice che la Germania si è sostenuta durante la crisi esportando fuori dalla UE, ma ora col crollo dei Paesi emergenti, dei BRICS in particolare, la Germania è esposta a shock economici pericolosissimi. Questo conferma uno dei capisaldi della ME-MMT che sconsiglia a qualsiasi economia di contare sull’export.
– la bassa disoccupazione tedesca è una truffa: hanno creato posti di lavoro part-time, flessibili, a stipendi da miseria e senza le tutele sociali delle generazioni precedenti, e li hanno contati come occupazione. Oggi la Germania ha la proporzione più alta di lavoratori sotto-pagati, a fronte del reddito nazionale medio, di tutta l’Europa.
– La Commissione Europea non ha ancora cancellato la sua stima di “stagnazione” dell’economia tedesca. Il fatto è che la cosiddetta ripresa ci segnala solo che le stime al ribasso non si sono verificate, ma nulla nel senso di una crescita.
– I consumi in Germania rimangono a livelli bassissimi, infatti la cosiddetta ripresa della “fiducia in business” ha favorito solo gli azionisti in borsa, ma ha ignorato l’economia reale dei cittadini.
– la Germania ha il tasso di giovani lavoratori con istruzione superiore più basso fra Canada, Giappone, USA, Francia, Spagna e Gran Bretagna. Berlino non ha affatto investito nelle sue università pubbliche, e nemmeno il settore privato ha fatto gran che in questo settore.
– la sbandierata produttività della Germania pro capite è una bufala. Il PIL prodotto in Germania x ora lavorata è il più basso di tutta la media OCSE. Di fatto le aziende tedesche possono competere solo tagliando gli stipendi e producendo nell’Est europeo.
– la Germania ha avuto stipendi medi stagnanti e non al passo dell’inflazione per 10 anni. Lo testimonia l’autorevole Real Wages in Germany, numerous years of decine, di Karl Brenke del German Institute for Economic Research.
– Il 15 marzo del 2013 il Wall Street Journal pubblicava i dati sugli investimenti in Germania: il quadro era deprimente, col governo tedesco che ha ignorato gli investimenti in infrastrutture, istruzione e tecnologia per almeno 20 anni, particolarmente nel settore pubblico, con lo sguardo invece sempre rivolto all’export. I danni sono oggi evidenti.
Questa è la verità del tanto sbandierato modello tedesco, nel nome del quale gente come Monti o Letta stanno devastando l’Italia. Non so come dirlo, ma veramente il livello dell’informazione che i media italiani vi forniscono non è neppure al livello di… di… bè, vorrei usare un termine moderato, e scelgo questo: spazzarcisi il culo.
Paolo Barnards