“La Principessa Zaffiro” è una serie animata dei primi anni Settanta liberamente tratta dal fumetto manga di Osamu Tezuka, maestro indiscusso e caposcuola del genere anime. La serie animata è stata prodotta dalla Mushi Productions (di proprietà dello stesso Tezuca) nel 1967 per un totale di 52 episodi ciscuno della durata di 25 minuti. In Italia è stata trasmessa per la prima volta nel 1980 e, periodicamente, viene riproposta da circa un trentennio, riscuotendo ancora un notevole interesse, sopratutto fra i bambini.
Con “La Principessa Zaffiro” per la prima volta un manga diventa un anime, ovvero un cartone animato, anche se sono molte le differenze che separano le due versioni. In ogni caso, per questo primo esperimento di trasposizione, non poteva non essere scelto un manga che non solo è stato molto amato dal pubblico di lettori giapponesi e stranieri, ma che ha fatto del suo cavallo di battaglia, la salvaguardia dei valori e dei principi dell’amore e della fratellanza fra i popoli.
La serie risulta essere ispirata al teatro giapponese denominato “takarazuka”, all’interno del quale anche i personaggi maschili sono interpretati da donne. Infatti nei cinquantadue episodi che compongono la serie animata, si raccontano la storia e le avventure della principessa Zaffiro, figlia dei reali del regno di Silverland, che è costretta a fingersi un uomo, per salvare il suo popolo dai malvagi che vogliono conquistarlo. Questo perchè a Zaffiro che doveva nascere maschio, a causa di una distrazione dell’angelo Choppy (nel manga prende il nome di Tink, che conserva anche nella sigla del cartone animato, cantata da I Cavalieri di Silverland con la voce solista di Marco Ferradini), viene dato anche un cuore rosa di bambina. Dovrà infatti nascondere a tutti la sua vera identità, in quanto nel regno esiste una legge che impedisce alla donne di succedere al trono.
Come in tutte le storie che si rispettino, Zaffiro avrà dalla sua parte degli amici che la aiuteranno a superare mille difficoltà fino al conclusivo happy end, ma anche molti nemici che faranno di tutto per ostacolarla. Fra questi, il primo e più pericoloso è l’Arciduca Geralamon che, aiutato dal perfido barone Neelon, tenta di smascherare l’inganno di Zaffiro per far salire al trono suo figlio, al posto della bella principessa.
A contrastare Zaffiro ci sarà anche Satana in persona, il quale vuole impossessarsi del suo cuore coraggioso per trasformare sua figlia Zelda in una strega malvagia. Peccato, però, che non solo Zelda sia estremamente buona, ma che abbia anche fatto amicizia con Zaffiro e, invece che considerarla un’acerrima nemica, si batte al suo fianco per aiutarla a vincere.
Anche l’angelo Choppy è un altro amico su cui contare. Mortificato per l’errore commesso (uno sbaglio che il Paradiso commette ogni duemila anni, ci dice il Diavolo) che condizionerà non solo la vita di Zaffiro, ma anche la sorte dell’intero regno, Choppy sarà un pò l’angelo custode della bella principessa dall’animo coraggioso e la proteggerà dagli innumerevoli pericoli che incontrerà lungo la strada, fino a sacrificare anche la sua stessa esistenza per rendere Zaffiro felice. Altro personaggio positivo della storia è il principe Franco, che è da sempre innamorato di lei da quando si sono conosciuti su una nave. Per tutta la serie combatterà al suo fianco, incurante del pericolo e sacrificando anche il suo regno. Fedelissimo amico della Principessa è, infine, il cavallo bianco Opale, umanizzato a tal punto da diventare parlante. Saprà cambiare colore e diventare nero per restare accanto a Zaffiro, anche quando lei si trasformerà nel Cavaliere Mascherato (personaggio che prenderà diversi nomi, nel corso della serie). Fra i personaggi minori dell’anime manga, abbiamo poi i genitori di Zaffiro, incapaci di prendere posizione circa il problema della successione al trono e totalmente schiacciati dalla personalità della figlia. In particolare il Re Padre risulta essere incapace di prendere qualsiasi decisione, anche nei confronti del perfido arciduca e sarà solo grazie a Zaffiro, se il regno non cadrà in mano ai malvagi.
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