Uno studio inglese sconfessa la prassi dei soldi dati ogni settimana. Ma l’alternativa del genitore-bancomat può essere peggiore.
Dietrofront. Chi pensava che la paghetta ai figli fosse il modo migliore per educarli a una gestione più oculata dei soldi, insegnando l’arte del risparmio, dovrà ricredersi. Stando a una ricerca messa a segno dagli economisti inglesi Sarah Brown e Karl Taylor della Sheffield University è vero il contrario: disporre di una determinata cifra a cadenza prestabilita azzera l’attitudine al risparmio. Tutti (o quasi) spendono l’intera somma subito. Perché sanno che da lì a poco verrà versata di nuovo.
A dirlo sono i diretti interessati: 6 mila ragazzi di età compresa tra 11 e 15 anni, interpellati sul tema. Ma c’è di più: aumentare di un solo punto percentuale la paghetta farebbe precipitare del 22 per cento le possibilità che i pargoli mettano qualche soldo nel salvadanaio. Ma qual è l’alternativa? “Anche il genitorebancomat, ossia colui che a richiesta versa al discendente quanto gli chiede senza battere ciglio, non è la soluzione” assicura a Panorama Luigi Foroni, psicologo e psicoterapeuta dell’età evolutiva. “I rischi potrebbero essere persino maggiori perché ci si abitua a battere cassa ogni volta che lo si desidera senza imparare mai il valore reale dei soldi”.
Per Foroni dare una paghetta è giusto ma è preferibile che venga fatto a fronte di qualche seppure minimo incarico, per esempio comprare il latte, tagliare l’erba del giardino (ammesso che se ne abbia uno) o qualsiasi cosa i genitori ritengano possa essere utile all’economia domestica familiare. “Portare a termine commissioni o piccoli lavoretti a fronte di una somma modesta è gratificante pure per i ragazzi” aggiunge Foroni, sconsigliando però di farlo per eventuali buoni voti ottenuti a scuola perché quelli rientrano tra i compiti fondamentali dei ragazzi.
O almeno così dovrebbe essere. “Inserire un sistema a premi in ambito scolastico potrebbe essere diseducativo”. Ma a quanto ammonta la paghetta dei nostri figli? Stavolta sono i ricercatori della Tru Global Teen Insights Program specializzati in studi sugli adolescenti a dirlo: in Italia viaggia sui 30-40 euro alla settimana contro i 7-10 della Gran Bretagna. Un record mondiale o quasi.
Ci battono solo i paesi del Golfo Persico con 110-120 euro ogni 7 giorni.
Ma lì i nababbi si sprecano. E da noi?
Redazione