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LA MORTE DI UNA PERSONA CARA

Il nostro caro ispettore Gianluchik viene chiamato da uno sconvolto Michele, a fare un sopralluogo nell’appartamento di Daniele dove c’è stato un delitto. Gianluchik ha appena controllato l’appartamento: si tratta di un lussuoso attico in uno dei quartieri residenziali più esclusivi di Bergamo. “Se avessi una casa così, scommetto che mia moglie Cristina non mi avrebbe piantato….” – pensa l’ispettore, ma si corregge subito dicendo: “no, probabilmente mi avrebbe piantato lo stesso, con i caratteri che ci ritroviamo sia io che lei….”
La visione del corpo della vittima di nome Roberta lo distoglie da queste considerazioni. E’ una bella donna sulla trentina: indossa una camicia da notte ed una vestaglia e giace nel corridoio.
Un vasto ematoma sulla fronte indica la causa del decesso: un violento colpo sferrato con un oggetto pesante. Gianluchik lascia il campo agli agenti della scientifica Alex e Roberto per i rilievi di rito e va nel salotto, dove seduto su un’elegante poltrona d’epoca c’è il marito della vittima: Michele. L’ispettore gli si siede accanto: “Signor Michele, si faccia forza e mi racconti tutto….”
“Ho dovuto rimanere in ufficio fino a tardi…. e verso le 22:00 ho telefonato a casa per dire a Roberta che sarei rientrato a breve. Mi ha risposto la segreteria telefonica, e mi sono allarmato. Sono tornato immediatamente a casa con il cuore in gola: ero certo che doveva essere accaduto qualcosa e….ho trovato la mia povera Roby assassinata…. Che orrore! Sicuramente un rapinatore si è introdotto in casa, lei l’ha sorpreso e….” – risponde singhiozzando Michele.
Gianluchik va ad ascoltare le registrazione sulla segreteria telefonica. Torna poco dopo e esclama: “Signor Michele, l’ultima chiamata registrata risale a questa mattina alle dieci e trenta: è di una certa Petra….”
“Sì, è un’amica di Roberta….. – risponde il marito Michele e aggiunge: A quell’ora mia moglie era fuori…..”
“Ma non c’è nessuna traccia di altra telefonata” -chiede l’ispettore.
“Certo, quando ho chiamato io non ho lasciato nessuna comunicazione. Appena ho sentito il segnale sonoro dopo il messaggio ho riattaccato e sono corso subito qui…..” – risponde Michele.
Gianluchik scuote il capo: “no, caro Michele, lei non ha detto la verità!!!” Perché il racconto di Michele non convince l’ispettore?

 

 

 

 

LA SOLUZIONE: Sulla segreteria telefonica non c’è traccia della telefonata che Michele dice di aver fatto alle ore 12:00. La spiegazione dell’uomo che dice di non aver lasciato messaggi non regge poiché anche quando non si risponde al messaggio della segreteria ma si attende il famoso bit, sul nastro rimane comunque una traccia della chiamata effettuata. Si sarebbe dovuto sentire quindi, almeno il rumore del ricevitore riagganciato. In conclusione il colpevole non può che essere Michele.

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