Inizio subito con una
PAUSA PUBBLICITARIA
Il cielo immenso, Jovanotti.
Non vivere di rimpianti.
Ama le persone che ti trattano
nel modo giusto e dimentica
quelle che non lo fanno.
Se ti capita un’occasione coglila
perchè può cambiarti la vita. N
on importa che sia facile,
ma che ne valga la pena.
Mettiamocela via: lo dice la scienza.
E’ notizia delle ultime ore che, tra tutte le emozioni, la tristezza sia quella che dura più a lungo. A scoprirlo sono stati i ricercatori dell’Università di Leuven, in Belgio. “Abbiamo cercato di capire perchè quando si è tristi sembra che il tempo non passi mai. La tristezza va a braccetto con eventi che hanno un grande impatto emotivo su di noi, come gli incidenti o la morte, ecco perchè è destinata a durare più a lungo”.
Per l’esattezza, 240 volte più delle altre 26 emozioni con cui se l’è giocata.
L’ultimo posto, invece, va sorprendentemente alla noia. Naturale, per me chiaroscura, fermarmi e riflettere.
Pochi giorni fa, destandomi un mattino da sogni inquieti, nel dormiveglia una frase ha preso a martellarmi nella testa: NON SOTTOVALUTARE LA GIOIA.
Come un mantra, o come una minaccia. Insisteva, mentre bevevo il caffè: NON SOTTOVALUTARE LA GIOIA. Ho fatto una piccola ricerca su Internet per capire se fossero parole di un qualche libro che magari mi si erano impigliate nell’inconscio. Niente. L’inconscio aveva fatto tutto da sé, suo e solo suo il copyright. Allora mi è tornato in mente il viaggio in treno che avevo fatto qualche giorno prima: e ho capito. Davanti a me erano sedute due donne tra i quindici e gli ottant’anni, come tutte quelle che, se si ritrovano insieme, possono fingere di appassionarsi all’ultima di Matteo Renzi o al disboscamento dell’Amazzonia. Ma poi, irrimediabilmente, passano a discutere di quello.
“Non mi ero accorta che L. mi fosse entrato nel sangue”, ha sospirato all’improvviso una.
“Beh, è oramai un anno che mi parli sempre di lui, anche se non te ne accorgi”, l’altra.
“Perchè è una persona bella, travolgente… Ma da sola io sto troppo bene. Dopo tanta sofferenza, ho trovato finalmente un po’ di pace”.
“Però adesso è arrivato L.”.
“E’ un amico, punto e basta. E tale voglio che rimanga. L’amore porta con sé inevitabilmente del disastro, ormai l’abbiamo imparato, no? Ci ho messo tre anni per riprendermi del tutto dal divorzio: basta con i casini, basta con le contraddizioni, basta con il dolore.
Di emozioni pericolose non ne voglio più sapere”, e la voce le si è spezzata.
Ma questa che stai provando non è già forse un’emozione pericolosa? Ho pensato io. Avrei voluto scuoterla e urlarle: ma che stai facendo, corri da L., bacialo, cerca di capire cos’è che davvero senti,
cos’è che sente lui… Non sottovalutare la gioia, appunto. Perchè l’unico risarcimento di essere stati così male da sentirci morire è la possibilità di tornare a vivere. E farlo con pienezza. Poi però arrivano i belgi con la loro ricerca e mi sento un’idiota. Ripenso a quella donna sul treno, ripenso a tutti noi, fra una stazione della vita e l’altra. I treni possono deragliare e farci precipitare in viaggi che mai, mai avremmo immaginato di intraprendere.
Durano 240 volte più di tutti gli altri viaggi: abbiamo il diritto di essere esausti, mentre torniamo a noi stessi. Abbiamo il dovere di aspirare a “un po’ di pace”. La sovrattassa sul biglietto sarà un filo di noia? Perfetto, tanto passa in fretta. Allora che ci facciamo, nel frattempo, con quell’altra roba lì? Con la gioia. Che ci facciamo?
Com’è possibile non sottovalutarla, senza sottovalutare anche i suoi effetti collaterali, “i casini, le contraddizioni e il dolore”? La risposta non ce l’ho. Ma aspetto ansiosa che un altro gruppo di scienziati la trovi per noi.
“Considerando che
l’amore non ha prezzo sono
disposta a tutto per averne un po’,
considerando che l’amore non ha prezzo lo pagherò offrendo
tutto l’amore, tutto l’amore che ho”.
J.
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