Paura di sbagliare. Paura di non vedere. Paura di fraintendere. Paura di illudere. Paura di essere cattivi. Paura di spaventare. Paura di essere sulla cattiva strada. Paura di nascondere. Paura di mostrare. Paura di stare male di testa. Paura di stare male di pancia. Paura del dolore e basta. Paura della felicità. Paura di crederci troppo. Paura di non crederci abbastanza, di nuovo. Paura dei ritorni. Paura di aprire porte che devono restare chiuse. Paure di non seguire i consigli sensati. Paura di perdere il controllo. Paura di non farcela. Paura di fallire. Paura di riuscire. E poi? Paura della pesantezza. Paura della leggerezza. Ci muoviamo costantemente tra tutto ciò. In punta di piedi, senza distrarci. Ogni tanto sembra tutto diverso, sembra che tutto vada bene da solo. Che i pezzi del puzzle si compongano. Per un attimo scorgiamo l’armonia ed è facile, troppo facile, dimenticare tutto il resto. Forse dovrei solo imparare l’oblio. A me basta aprire un minuscolo varco perché tutto mi travolga e mi paralizzi. (Così non va bene. Non va bene adesso. Non andava bene prima. Non andrà bene mai. Non posso essere così fragile. Non così tanto.) Rosy