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LA FOLLIA DELLA PRIMAVERA E QUELLA VOGLIA DI RITORNARE BAMBINI di Laura Gorini

Si ha voglia di rinascere e questo, calendario alla mano, sembra il momento giusto per farlo.
Del resto, si sa, la primavera è da vedersi come la stagione della rinascita per antonomasia.
Peccato che quest’anno si stia dimostrando più pazzerella e capricciosa del previsto.
Difatti, dopo il caldo anomalo delle scorse settimane, che dopo il freddo dell’inverno ci aveva colto di sorpresa preannunciandoci un arrivo decisamente anticipato d’estate, ecco che il freddo si è fatto risentire e pure con gli interessi.

Non è mancata nemmeno la neve così come la pioggia assai copiosa. E dopo un giorno di sole ecco arrivare ancora le nubi. Insomma, questo tempo climatico pare rappresentare sempre più la situazione assai incerta che viviamo ogni giorno sulla nostra pelle. Della serie che del domani non abbiamo alcuna certezza.
Vivere a pieno polmoni il presente è ciò che comunque dovremo provare a fare, senza rimpiangere il passato ma tenendo comunque stretti nel nostro cuore i momenti più belli e importanti di esso. Guardare al futuro è difficile ma è doveroso.

Lo dobbiamo fare per noi ma soprattutto per chi verrà dopo di noi e coglierà il nostro testimone. Dobbiamo tornare a credere, nonostante tutto e tutti, ai sogni e all’importanza che essi hanno avuto durante la nostra infanzia.
Del resto quando stavamo male per qualcosa o subivamo a volte scherzi o screzi dai nostri coetanei ci rifugiamo in essi. Lo stesso abbiamo fatto da adolescenti e poi da ragazzi. E dove sono ora quei bimbi, quegli adolescenti e quei ragazzi? Che fine hanno fatto?
Sono cresciuti ma sono sempre dentro di noi. E allora cerchiamo di non dimenticarci mai che siamo stati noi un giorno piccoli, figli e giovani. Ascoltiamo di più i nostri desideri e diamo adito alle nostre aspirazioni. E soprattutto non smettiamo mai e poi mai di sognare perché, qualora lo facessimo, è come se iniziassimo a non vivere più per davvero.

Il libro per ricominciare a sognare

Elena e la casa del cancello rosso
(Icaro Edizioni) di Giorgia Meo

Elena è una bambina come tante. È curiosa, nel senso più etimologico del termine e della cara curiositas dei latini. Ama la vita all’aria aperta nonché gli animali. È figlia unica ed è molto legata ai suoi genitori che la amano immensamente a loro volta. Il padre è medico e possiede due grandissime passioni. Parliamo della musica e della pittura. La mamma è una brava organizzatrice di matrimoni. Purtroppo la donna si ammala e ciò è fonte di grande dolore per il marito e la sua bambina.
Durante una loro permanenza in Puglia, in una casa, come si evince dal titolo, dal cancello rosso la bimba potrà fare degli incontri straordinari e stringere amicizie uniche che lei porterà sempre nel cuore. In questa favola, che come tale ha ovviamente il suo delicato quanto commovente lieto fine, si sorride, si ride, ma si riflette pure molto. Impossibile è non pensare a come oggi l’amicizia, che è un sentimento fondamentale per la vita di ognuno di noi, sia fin troppo bistrattato e non rispettato come si dovrebbe.
Si stringono amicizie sui Social e meno dal vivo e basta un click per buttarle nel cestino.
Elena ci insegna che l’amicizia è tutta un’altra cosa. È esserci veramente e prendersi cura dell’altro senza chiedere mai nulla in cambio, proprio come l’amore. L’amore che non è intendersi come solo quello di coppia, ma anche tra figli e genitori, nonché quello per la natura, per gli animali e soprattutto per se stessi e per la vita che è un dono meraviglioso. Grazie a Giorgia Meo, tramite il suo delizioso personaggio di Elena, per avercelo ricordato con tanta dolcezza.

In copertina: Giorgia Meo, autrice ed editrice

L’addetto stampa Laura Gorini posa con una copia di “Elena e la casa dal cancello rosso”

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