Sig. Direttore,
chi scrive questa lettera è un parrucchiere di Montichiari (BS), mi chiamo Pedretti Angelo, ho insegnato 30 anni in scuole professionali e nelle accademie nazionali, ho un’attività da 40 anni e quindi posso parlare della categoria degli artigiani ( parrucchieri, estetiste, sarti, etc… ), dove la crisi sta rovinando completamente quel settore che fa andare avanti l’economia. Di seguito vorrei elencare dei problemi apparentemente gravi, ma risolvibili se politicamente veniamo aiutati.
1-ARTIGIANO = lavoro manuale, un artigiano paga il 21% di Iva + il 45% di tasse = 66%. Come fare a sopravvivere considerando anche le spese di ordinaria amministrazione?
2-Come assumere dipendenti professionali, come dare spazio ai giovani del nostro settore?
3-Come possono aprire un’attività i nostri giovani se poi dopo un anno vengono talmente tassati da dover chiudere con i mano solo debiti?
Se l’Iva fosse abbassata almeno al 10% e le tasse riviste, l’artigiano non solo riuscirebbe a sopravvivere, ma potrebbe anche pensare a quei giovani che escono da una scuola professionale e dar loro un’opportunità per il futuro.
Abbiamo le scuole professionali che sono piene di ragazzi volonterosi di imparare un mestiere, ma che purtroppo hanno le porte chiuse, il futuro dell’Italia sono proprio loro, quei ragazzi che nonostante si impegnino per raggiungere un sogno, si ritrovano disoccupati e senza un futuro.La soluzione a tutte le mie domande e di tutti gli artigiani qual è? CHIUDERE L’ATTIVITA’?
Un parrucchiere preoccupato per la sua Italia
Pedretti Angelo – Montichiari (BS)