INTRODUZIONE
A quella luce cotal si diventa,
che volgersi da lei per altro aspetto
è impossibil che mai si consenta;
però che ‘l ben, ch’è del volere obietto,
tutto s’accoglie in lei, e fuor di quella
è defettivo ciò ch’è lì perfetto.
(Paradiso, XXXIII, 100-105)
Il mondo moderno è governato da una grandissima inquietudine che lo sospinge alla ricerca di qualcosa che sempre gli sfugge, ma che ogni volta rincorre. Solo quando l’uomo riconoscerà che ogni granello di esistenza contiene un’esplosione di bellezza, si sentirà partecipe di un’avventura incomparabile, che lo sospingerà verso l’estremo suo desiderio con il cuore avvolto da certezze, assorbito da una corrente vorticosa e da una forza invincibile alla quale non potrà resistere. In questa attrattiva tutto quanto potrà compiere, risalirà continuamente al suo Creatore, poiché dappertutto regna
la divina bontà, che ‘l mondo imprenta.
(Paradiso, VII, 109)
Ma quando non si appoggia in Dio, l’uomo s’inclina solo verso se stesso, ritrovandosi sul baratro dell’insicurezza. Cerca allora consolazioni per non cadere nell’angoscia e muove alla ricerca di certezze, riuscendo ad afferrare solo inconsistenza e confusione, che sempre lasciano l’uomo incompleto e tutto solo.
PREMESSA
Tutto ha inizio durante la primavera di qualche anno fa, quando ho iniziato a scrivere le libere riflessioni della mia mente, un sommario di pensieri che sono fioriti, come i fiori di primavera, richiamati dalle situazioni contingenti dell’esistenza. Non ho pensato, allora, di iniziare a redigere le basi di questo lavoro.
Con l’inizio dell’estate ho intrapreso la lettura di numerosi romanzi, quei tipici racconti ricchi di numerosi insegnamenti capaci di offrire continui spunti, dei quali ho apprezzato lo stile particolare ed acuto di certe osservazioni che ho annotato accuratamente e che si sono aggiunte alle mie precedenti. La bellezza che mi hanno mostrato ha sorpassato talmente gli altri miei interessi, che non mi è rimasto altro da fare che leggere e scrivere. Sempre durante l’estate di quell’anno mi sono avvicinato alla Divina Commedia, trovandomi ad esserne particolarmente coinvolto e partecipe, vicino, per molti aspetti, a quanto Dante diceva: quel suo modo di esprimersi, seppur oscuro e difficile, mi ha attirato sempre più.
La svolta è avvenuta l’anno successivo quando, rileggendo ciò che avevo fino ad allora scritto, mi sono accorto, non solo che poteva essere interessante, ma che tutto, tralasciando alcune parti, era legato, quasi unito da un filo conduttore che ne ha determinato l’orientamento. Senza che esplicitamente lo volessi, ho iniziato a scrivere la materia di questo libro.
La questione difficile, tuttavia, riguarda il modo di parlarne. Mi sono accorto, però, che l’osservazione di semplici fenomeni, o la partecipazione a certe situazioni, hanno fornito le parole per descrivere quanto ho voluto esprimere e, contemporaneamente, hanno alimentato e delimitato la creazione dei vari capitoli.
Le pagine che seguono, stese nel modo più adatto per parlarne, descrivono il bisogno di ciascuno di condurre l’umano desiderio verso il suo compimento. L’animo umano, infatti, data la sua somiglianza con Dio, non può fare a meno di cercare in tutti i modi di avvicinarsi a Lui. Raccontare come questo si realizzi e come ne venga ostacolato il tentativo, sarà il compito di questo progetto.
Come Dante stesso volle farsi accompagnare da Virgilio nel cammino della sua e nostra storia personale, così anch’io mi lascerò condurre da lui lungo questa esposizione. La bellezza della sua poesia sarà la mia guida, il metro di misura della mia breve ed imperfetta esposizione. Ogni capitolo inizierà con una citazione dantesca, seguita da una sua brevissima e personale spiegazione che ne introdurrà il contenuto. Il nostro linguaggio, tuttavia, si è sviluppato in un contesto che trova estremamente difficile parlare di esperienze e realtà interiori, pertanto le singole parole rimangono comunque mezzi inadeguati a descrivere una tale effusione tra il Creatore e le sue creature.
Ma, in qualche modo, un simile tentativo ho voluto si compisse.
Floriano Salvi