L’equilibrio è fatto di estremi, di colori violenti.
Opposti che si ingarbugliano e si scoprono uno anzicchè molti. Una stanza tutta mia e pareti di ricordi. Fogli, pagine, taccuini. L’equilibrio è quelle parole dette, quelle parole scritte, quelle parole pensate. È nelle parole perdute.Una vecchia fotografia, e poi un’altra e poi un’altra. L’equilibrio è l’instabilità primaverile che un giorno ti illude che sia estate e quello dopo ti fa sentire come se l’inverno non dovesse finire mai. Anche questi due sedili vuoti di fronte a me sono equilibrio. Quello che volevo e ora non ho. Quello che ero e ora non sono più. Quello che era casa e ora è passaggio. È equilibrio, tutto questo. Ma per chi?
Sara