Il 2015 è l’anno che ha ufficialmente consacrato Il Volo anche nel nostro Paese. Il trio di cantanti usciti da “Ti lascio una canzone”, dopo il buon successo ottenuto all’estero, ha saputo conquistare anche il pubblico italiano, ben avvezzo al classico Bel Canto. E loro ne sono la rappresentazione rassicurante e perfetta per l’Italia: facce pulite, distanti da eventuali polemiche e un repertorio di brani che strizza l’occhio a quello che il pubblico adulto vuole ascoltare. E così, dopo la vittoria di Sanremo 2015 con “Grande amore”, la loro partecipazione all’Eurovision Song Contest e oltre sei milioni di spettatori per il loro concerto -sold-out- all’Arena di Verona, Il Volo ha rilasciato il nuovo album.
Dal Grande Amore a L’Amore si muove, come comeback. Un sound -per il primo singolo- che riprende quello di Francesco Renga con “Nel nome del padre” e, non a caso, è stato proprio lui a riadattare il testo per il gruppo italiano. L’album comprende un mix di inediti e di celebri cover (da Io che non vivo (senza te) a Nel blu dipinto di Blu). L’amore -non a caso- è il fulcro, il centro assoluto del concept, tra una dichiarazione (“Io ti amo e gridarlo vorrei ma stasera non posso nemmeno parlare perché piangerei”) e un inno al sentimento più puro (“L’amore si muove e non fa rumore lo sai, è un vento gentile che non ti abbandona mai”).
Io che non vivo (senza te) vive di pathos e di un arrangiamento con orchestra co-pratagonista. Struggimento e dramma a farla da padroni. Il Volo canta l’amore, si dispera per un amore finito (“Ma non passa un attimo, il tuo sguardo manca in ogni strada, in ogni città”). Tre brani in inglese in questo disco -The Best Day of My Life, Eternally e la cover di Beautiful That Way- ma anche qua non si cambia registro da quello che abbiamo ascoltato finora. Un filo comune e unico che lega i brani fra loro senza scosse. L’unico momento di “ritmo” arriva proprio da Nel Blu dipinto di blu ma se ne poteva fare a meno, alla fine.
I fan de Il Volo apprezzeranno questo disco e ameranno ancora di più il gruppo. Il tanto applaudito Bel Canto la fa da padrone e la produzione è curata nei minimi dettagli per non esagerare mai. Un compitino ben fatto che conferma le prime impressioni di chi li ha sempre ascoltati o di quelli che li hanno scoperti solo a partire dallo scorso febbraio.
Sulle voci -escludendo il genere musicale che può piacere o meno- non si discute. Il dubbio è solo questo: ci sarà mai una evoluzione o un cambiamento, in futuro?
Fonte: Blogo