Uno pensa che l’aspetto più bello della vita che facciamo sia la ricchezza, la ricchezza insita nella libertà di andare, fare, vedere ciò che ci pare. Vero, è un’aspetto importante, ma non è il più bello sapete? Perché non puoi essere un uomo ricco se non dai valore a ciò che hai. E “l’essenziale è invisibile agli occhi” – disse il Piccolo Principe. Vivere su una bici e in una tenda ti da l’opportunità di capire quanto sei estremamente fortunato a vivere in un posto così, così straripante di bellezza, come il nostro pianeta. Il nostro pianeta è perfetto. Avete mai provato a pensarlo senza l’uomo? Ogni cosa è al suo posto, ogni cosa funziona perfettamente e non smette mai di farlo. L’acqua evapora, si trasforma in nubi grigie e colme, cade la pioggia, che viene filtrata e resa pulita dalla terra, e che ingrossa i fiumi che entrano nei mari. Le correnti oceaniche fanno girare l’acqua calda e fredda intorno al pianeta portando la vita da nord a sud e da sud a nord, la luna fa alzare e abbassare le maree (oltre che alzare ed abbassare il nostro umore). Le onde non smettono di lambire le coste, le montagne di crescere qualche centimetro ogni anno, i vulcani di eruttare, gli alberi, le piante ed i fiori di riprodursi, sbocciare, morire, riprodursi, sbocciare, morire.
Gli animali si procurano il cibo, si rincorrono ed uccidono secondo le loro perfette leggi di equilibrio. E così via. È tutto un dare e avere, perfettamente bilanciato. E l’elemento portante qual’è? L’acqua! Senza acqua nulla di tutto questo sarebbe possibile. Pensate che fortunati. Non ce ne sono molti di pianeti come il nostro (almeno che si sappia), azzurri, completamente coperti d’acqua! E noi? Certo, poi ci siamo noi che in una vita definibile nella norma “ci alziamo al mattino, ci facciamo una doccia calda (rubinetto aperto), facciamo colazione, laviamo i denti (rubinetto aperto) e andiamo al lavoro. Pranziamo o meglio ingurgitiamo qualcosa che sia simile ad un pasto. Caffè con colleghi e torniamo al lavoro. Usciamo dall’ufficio. Palestra, doccia (rubinetto aperto) o aperitivo. Casa, cena e piatti (rubinetto aperto), televisione, due chiacchiere, un po’ in chat, letto. E domani tutto daccapo (rubinetto aperto).
Molti la definirebbero un’esistenza altrettanto perfetta. Io la definisco “inconsapevole”.
La maggior parte di noi non vive ma sopravvive. Non sa nemmeno lontanamente chi è, qual’è il suo proposito in questa vita (non il suo lavoro, troppo facile, il suo proposito, la sua missione) di cosa fa parte, di come può collaborare o “interferire” con la perfezione delle creazione divina. La maggior parte di noi consuma le risorse del pianeta senza avere la consapevolezza che non sono risorse “date”, non sono scontate, e tanto meno sono infinite! Sapevate che terminiamo le risorse che abbiamo a nostra disposizione per un anno, intorno alla metà di luglio?
Capite cosa significa questo?
Che in un anno consumiamo quasi il doppio di ciò che abbiamo a nostra disposizione per quello stesso anno. Non è una frase ad effetto quando sentiamo che nel 2050 ci vorranno due pianeti. È la verità! Ecco. In questo consiste la ricchezza della nostra vita. Nell’avere rispetto della tremenda opportunità che ci è stata data di vivere su un pianeta così bello e perfetto, nell’avere la consapevolezza che tutto ciò che facciamo e pensiamo ha un impatto positivo o negativo su nostra madre, madre natura, nel ricordarsi sempre quanto siamo fortunati ad avere a disposizione risorse, cibo ed acqua!
Acqua soprattutto.
In bicicletta dai valore a tutto, a tutto ciò che è essenziale. Gli dai un valore immenso: ad una bottiglia d’acqua ghiacciata in una torbida giornata estiva, ad una doccia calda in una gelida invernale, ad una sosta con un te ed un pezzo di pane se pedali da ore senza fermarti, al sorriso sdentato di una signora anziana che non parla la tua lingua, se non sai dove andare, allo stop di un camionista quando, arrivato in cima ai 5.000 m.s.l.m., il vento ti sta spezzando le ossa. Ma la cosa più importante, la più importante in assoluto è l’acqua! L’acqua, un bene così abbondante e allo stesso tempo così raro, così puro e così inquinato, così disponibile eppure così combattuto! Anni fa il vicepresidente della Banca Mondiale Ismail Serageldin, affermò senza mezzi termini che “le guerre del XXI secolo saranno per l’acqua”.
E ci siamo, è proprio così; ovviamente ricordatevi che oggi le guerre non si conducono più con le armi in termini classici, bensì seduti a tavolino muovendo una pedina finanziaria qua e là, a seconda dello stato/marionetta che si vuole comandare, sottomettere? Pedalo per l’immensa e supposta incontaminata Patagonia fino ad arrivare alla Terra del Fuoco (soli 1.000 km a nord dell’Antartide) e ciò che scopro in particolare sulla parte Cilena è doloroso, molto doloroso.
Facciamo un passo indietro e parliamo del Cile. Il Cile è una repubblica; repubblica in genere implica potere basato sul popolo.
Vediamo su cosa è fondato il Cile. Il Cile è una repubblica nata dopo un breve periodo di governo Allende, durato dal 1970 al 1973, governo di sinistra, facilmente denigrato dall’ignoranza collettiva con il termine marxista; purtroppo la maggior parte delle persone nemmeno sa cos’è la filosofia marxista/socialista ma semplicemente associa (perché così ce lo hanno messo in testa) il marxismo al leninismo allo stalinismo e dunque al comunismo, per arrivare in fine alle colorate storielle secondo cui i comunisti mangiano bambini. Ora, non essendo io né di destra né di sinistra perché ritengo che la politica debba essere basata sulla “morale” e la morale non sta né da un lato né dall’altro, bensì è un connotato della personalità di ognuno di noi, cerco di attenermi il più possibile ai fatti.
Al governo Allende fece seguito la dittatura di Pinochet instauratasi con un golpe di stato (datato (casualmente?) 11 settembre 1973) guidato dagli Stati Uniti con il presidente Nixon ed il suo braccio destro Kissinger. Golpe di stato che si colloca all’interno di un quadro molto più ampio e complesso di colpi di stato, che si sono susseguiti per anni in tutto il Sud America e che hanno reso questi paesi, allora ricchi e meravigliosi, “Stati Coloni e Mendicanti” degli USA, proprio come li descrive in modo brillante il mio stimato presidente Uruguayo Pepe Mujica. È interessante prestare molta attenzione alle parole di questo presidente che, con tanta semplicità ed umiltà, ci racconta tratti di storia e di attualità che molti di noi non conoscono o fanno finta di non conoscere; vi consiglio a questo proposito il video “Discurso completo de Mujica en CELAC 2014” in cui fa la seguente illuminante ed auto-esplicativa affermazione “state allerta, perché dove c’è un’ambasciata degli Stati Uniti, c’è un colpo di stato” …. attuale no? Io la vedo così attuale anche a casa nostra, in Italia, in Europa … Dicevamo, la dittatura di estrema destra di Pinochet è durata ben 17 anni, dal 1973 al 1990. Molta gente ha avuto paura della dittatura, molta gente invece, la ricorda con gioia e con il sorriso e molta gente è convinta che oggi il Cile è ciò che è, grazie alla dittatura. La dittatura di Pinochet, sicuramente dura in quanto basata su armi e repressione fisica e psicologica, ha lasciato spazio nel ‘90, ad un paese avviato a pieno titolo verso l’industrializzazione, la globalizzazione, il capitalismo, il consumismo, l’apertura delle frontiere per le persone fisiche, la libera circolazione delle merci; ma soprattutto è stata una dittatura che ha posto le basi per la “svendita” al miglior offerente di tutte le risorse naturali di cui dispone il Cile, svendita a cui hanno partecipato molti paesi europei oltre che gli Stati Uniti. Indovinate un po’, qual’è stato uno dei beni più venduti/svenduti? L’acqua!
Il Cile infatti, con il suo “campo de hielo continentale”, è la terza riserva d’acqua dolce del mondo. Ed è stata quasi tutta venduta: percorro la famosa Carretera Austral e mi rendo conto che ogni fiume, ogni lago, ogni ghiacciaio è stato venduto ad un paese Europeo o agli Stati Uniti (porta il nome dello stato proprietario).
Che stupida. Io ho studiato diritto pubblico e il noto concetto di demanio statale e da anni vivo con l’idea che ci sono cose che appartengono ad uno stato inteso come alla sua popolazione, ci sono cose non vendibili, come il mare, le spiagge, le montagne, i laghi, i fiumi, gli animali. Utopista mi dico. Tutto è vendibile e dunque venduto! Sarà che ho studiato queste materie 20 anni fa? Sarà che i tempi sono così cambiati? No, niente di tutto questo; è solo l’effetto del “piegare flessibilmente” una materia come il diritto pubblico, alle esigenze dell’economia capitalistica che spinge per la crescita del Pil di un paese inteso come singolo e non come componente di un pianeta. La Patagonia, la mia cara bellissima incontaminata inaccessibile sfidante e pericolosa Patagonia, svenduta! Non basta. Quel poco che ne è rimasto è oggetto di polemica proprio in questi mesi che l’attraverso. Bene, dice il governo Cileno, le riserve idriche sono state collocate nei portafogli dei mercati internazionali ma possiamo ancora incrementare lo sfruttamento delle acqua nazionali e dunque i profitti. Ed ecco scendere in campo Hydro Aysen, supposta società cilena (che cerca soci potenti ed internazionali) che si propone di creare ben 5 centrali idroelettriche in terra Patagonica con lo scopo di sfruttare (e contaminare) fiumi di una purezza indescrivibile! Avete presente quelle belle foto che Pierluigi pubblica sul nostro sito! Beh, immaginatele uguali attraversate da pali e cavi dell’alta tensione, senza per altro potervi dare un’idea concreta di ciò che accade a pesci, animali, alberi, fiori e a tutto il medio-ambiente circostante. A Cockrane, quasi verso la fine della Carretera Austral conosciamo Camilo e un po’ di suoi amici. Lottano, lottano da mesi contro Hydro Aysen ed i suoi progetti. Gente umile, gente che non ha nulla a che vedere con i profitti ma che semplicemente ama il pianeta e la vita umana intesa come specie vivente sul pianeta e non in un paese con delle frontiere politiche; lottano con manifestazioni nazionali di piazza, petizioni, attivismo virtuale. Ci associamo alla lotta: i messaggi, le petizioni girano su Facebook, raccogliamo nuovi membri e teniamo chiaro e saldo il nostro obiettivo: no ad Hydro Aysen en la Patagonia”. Vinciamo. Almeno per ora un pezzo del progetto di distruzione globale è stato arrestato!
Non dimenticate: il pianeta non ha problemi senza di noi. Siamo noi ad avere un problema senza di lui. Lottiamo per la nostra casa, anche semplicemente chiudendo il rubinetto dell’acqua quando ci facciamo la doccia. Riprendiamoci ciò che è sempre stato nostro.
Si ringrazia Laura Casarini per la segnalazione.
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