L’incendio divampò una sera d’estate, una sera piovosa, umida, grigia, fresca, una sera improbabile per gli incendi. Rivedere tutto il passato in un flash. Basta poco. Perché a volte si vivono storie come fossero rettangoli precisi e finiti di una fotografia. Non è solo questo. C’è tutto il mondo fuori dall’inquadratura. E proprio quello magari spesso fa la differenza del centro reso istantanea. Si confonde la mente in pensieri ballerini veloci e rapidi, servono parole per fermarli e dargli spazi. Quell’amore non era mai stato l’amore più grande della sua vita, lo avrebbe capito dopo combattendo con il suo orgoglio, ma Isabella ci aveva creduto tantissimo. A volte investiamo tutti noi stessi in storie che poi risultano essere mediocri, solo ora si era resa conto che quella era una di queste. Isabella guarda la pioggia e non si condanna. In quel momento aveva bisogno di credere, di lasciarsi andare, di vivere. In quel momento aveva bisogno di giocarsi tutta se stessa, tutta, per sentirsi viva e capace di lanciarsi dal trapezio dell’ esistenza. I suoi occhi grandi erano velati di rabbia. Due anni. Una storia lunga due anni. L’amore non si misura nella durata, questo Isabella lo sa. Si misura nell’intensità, nelle sfumature, non è un freddo calcolo fiscale, è musica. Però Isabella pensa che due anni sono tanti. Due anni della sua vita. Due anni in meno di altri milioni di possibilità. Non vorrebbe fare bilanci però la mente procede e ha quasi voglia di piangere. Nei giorni di pioggia è bello piangere. Come essere in armonia con il cielo. Una mente bagnata che assorbe dolore. Due anni. Isabella pensa che lei davvero lo aveva amato. Sempre e tanto. Quando non parlava, quando non c’era, quando si arrabbiava, quando la trattava male, quando la faceva sentire inutile. Anche in quei momenti lo aveva amato. Anche quando non la faceva sentire donna. Lei lo amava. Perché aveva fiducia in lui. Aveva fiducia che la sua momentanea tenerezza fosse una costante esistenza nascosta dietro la rabbia. Una volta le aveva tirato uno schiaffo. Con altri uomini Isabella si sarebbe ribellata, ma con lui non ci riusciva. E ancora viaggi in treno, e ancora derisioni e desideri congelati. Isabella senza amore per sé, malata di troppo amore per lui. Isabella allo specchio. Isabella non era più se stessa. Isabella che per amore cambia. Non scrive, non legge, Isabella chiusa in una sua gabbia. Isabella che perde i sogni. Isabella, umiliata da lui, in parole e gesti. Isabella che rinuncia al suo piacere perché anche a letto lui pensava solo a se stesso. Isabella che ama da impazzire, tanto da distorcere lo sguardo su di lui. Forse è questo , Isabella, il punto. Isabella che praticamente non esiste, ma forse silenziosamente sarebbe nata una nuova creatura da quei due anni di dolore. Forse. L’uomo che hai amato per due anni, stando al suo fianco ogni giorno, ogni minuto, fino a essere asfissiante, non è mai esistito. Isabella, occhi umidi, bocca dolce, anima di miele. Isabella che poi scoppia, che merita di meglio, che d’improvviso trova la sua voce e dice basta. Isabella che sceglie di essere sola, e lui che piange. Come un bambino. Piange. Isabella, cuore di vetro trasparente, fragile, non tagliente. Cuore morbido. “Restiamo amici”. La via dolorosa, la via del senso di colpa, la via della convivenza forzata con demoni e passati, la via del male, quasi martirio. Giustificare altri amori, vivere altri amori con la presenza di lui ancora viva. Troppo amore ancora Isabella senza ribellione, senza un minimo di sano egoismo. Poi l’incendio divampa. Mesi dopo. Lui non piange più. Lui non ha più bisogno di te, delle tue chiamate, del tuo conforto. Isabella bell’oggetto trofeo, adesso Isabella è solo passato superato. E quella storia che a Isabella sembrava unica, era forse squallida. Vorrebbe la dolcezza del ricordo. Ma forse solo il tempo potrà redimere il passato. Forse. Isabella si asciuga le lacrime. Lei ha scritto fine, le lacrime non sono per l’epilogo ma per la trama vissuta. Verso sera,” bisogna essere come neve”, pensiero delicato in calda voce. Ancora il volto di lui, l’ultima volta con rabbia, dolcezza, ma non amore. Occhi azzurri, viso biondo, lui che era la “ storia importante” alla fine dei conti è l’uomo peggiore. La cosa che fa male è sentire calpestata la propria dignità e non avere forza di opporsi. Ma in amore non esistono conti. Isabella si rifugia nella notte, sorride. Il cuore si è placato. L’incendio purifica, e da quelle ceneri è nata una nuova persona. Tutto sembra così necessario, tutto. L’amore è blu. Isabella si addormenta. Il passato avrà redenzione. Non si arrende Isabella. Isabella ama ancora, ama di più, ama ogni giorno. Tutte storie da scrivere ancora, tutto è necessario. Isabella adesso è una nuova creatura. Adesso. Perché adesso Isabella è Libera. ErikaLuna