L’anno è appena iniziato e sa di buono.
Come una bottiglia di vino appena stappata, la carta di un libro fresco di stampa, il collo di un neonato la prima volta che te lo mettono in braccio dopo averlo “lavato e stirato” nella nursery dell’ospedale. E’ l’odore delle cose nuove. Delle pagine bianche da scrivere, degli orizzonti da esplorare, delle promesse non disattese. In genere ci vuole niente a sporcarlo e sgualcirlo, ma finchè è possibile godiamocelo così, illibato e clemente. Prima che qualcuno ci convincerà che sarà horribilis, come quello che l’ha preceduto. Anzi, peggio. Nella gara delle previsioni io sto sempre con gli ottimisti. Se Confcommercio dice che la recessione non è finita, mi fido di più di Confindustria che il giorno dopo ci dà “fuori dalla recessione”, anche se siamo sul filo del rasoio. La crisi globale non vede ancora spiragli? E io mi aggrappo al più assertivo dei discorsi di Obama: “E’ arrivato il momento della svolta economica: il 2014 deve essere un anno di azione!”.
Azione è una bella parola appuntita, a forma di freccia o di lancia, perfetta per fendere la nebbia fitta delle previsioni più nere. Azione è anche cugina di re-azione, che vuol dire non subire le cose, ma alzarsi in piedi e darsi da fare. Ottimista non è chi vede sempre rosa, ma chi si arma di machete per abbattere i rovi che rendono buio e impraticabile il cammino. Io sto con chi non si lamenta e fa. Anche se avrebbe tutte le ragioni per lamentarsi e basta, perchè se le cose non girano per tanto tempo ti passa pure la voglia di fare. Però la voglia è il motore di tutto, e guai se si spegne. Se si spegne la volontà, si spegne il mondo. Se invece resta accesa, nei momenti difficili, aguzza l’ingegno.
L’Italia è piena di gente “ di buona volontà ”, che se ne inventa di ogni per ridare forma al futuro.
L’unico modo per affrontare l’anno nuovo, comunque sarà, è prenderlo di petto, come fanno i calciatori con il pallone.
Buttarsi e rischiare. Coraggio e ottimismo.
Per questo 2014 vi auguro di avere sempre il coraggio di guardare negli occhi la persona che amate, di essere abbracciati ogni volta che siete tristi, di essere chiamati “Amore” da chi non vi stuferete mai di chiamare a vostra volta “Amore”, di essere scelti tra la folla perchè i vostri occhi hanno urlato e qualcuno li ha sentiti.
Vi auguro di poter dire a qualcuno “a domani” ogni sera, di non tuffarvi mai nel passato e annegarci, di non abituarvi mai alle persone che amate. Vi auguro di scoprire (o ri-scoprire) la forza motrice dell’amore, l’unico sentimento in grado di rinnovarci, continuamente. L’amore ha un diametro ed è in questo cerchio che dobbiamo danzare. E’ nel suo nome e sotto il suo segno che troviamo la spinta e le motivazioni per non fermarci di fronte a nulla. Per lottare.
Vi auguro di non arrivare mai a pensare che non ne vale la pena e vi auguro di non aspettare il prossimo anno per tutto questo.
Jù.
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