Abbiamo con noi il Capogruppo di una delle realtà più antiche ed importanti del territorio e, per la peculiarità degli interventi che promuove, una delle associazioni che più identifica la solidarietà tra gli esseri umani: l’associazione degli Alpini Sezione di Calvisano.
Sono Migliorati Claudio, 71 anni, una grande famiglia e sono pensionato. Mi dedico al volontariato da più di 50 anni, prima in altre iniziative solidali e poi nell’associazione degli alpini.
Si sente nei momenti di emergenza, che gli alpini sono molto presenti, la vostra associazione come interviene in tal senso?
La nostra associazione si dedica alle persone che hanno bisogno. E’ un concetto molto semplice ma che al giorno d’oggi non è così scontato.
Nei periodi tranquilli ci occupiamo della raccolta e distribuzione dei pacchi alimentari, collaboriamo con le amministrazioni per aiutare e consegnare i generi di prima necessità alle persone in difficoltà. Questa nostra missione durante la pandemia ci ha permesso di aiutare chi rimaneva tagliato fuori dalla vita normale, perché anziano, perché solo, perché malato o solo perché povero.
E’ sempre suggestivo e molto gioioso partecipare ai vostri eventi, so benissimo come presidente della Proloco quanto sia impegnativo organizzare queste cose, voi avete addirittura creato un evento che è durato un mese, come ci siete riusciti?
Ci abbiamo messo un anno e mezzo per organizzare e richiedere tutti i permessi, per organizzare le collaborazioni con la fanfara, la banda e le altre organizzazioni nazionali. Raccogliere i materiali per la mostra ci ha richiesto quasi un anno di lavoro. Era il settantacinquesimo dell’associazione Alpini Calvisano e ci sembrava il minimo festeggiarlo come si deve.
Un mese di festa anche per il paese
Si, abbiamo anche collaborato con la scuola media, abbiamo portato i ragazzi all’istituto Nikolajewka di Brescia che si occupa di servizi assistenziali e socio-sanitari, rivolti a persone con disabilità prevalentemente motoria, la direttrice ed un medico dell’equipe hanno spiegato ai ragazzi che cosa si fa nell’istituto, la complessità di questo tipo di intervento. E’ stato interessante, non solo per i ragazzi ma anche per noi scoprire questa realtà del territorio bresciano ai più sconosciuta, ma decisamente molto essenziale.
Visto che il servizio militare non c’è più, come pensate di mantenere in vita l’associazione, chi si iscriverà se non ci saranno più rappresentanti della Vostra Arma?
Gli ultimi alpini hanno circa 40 anni, però il nostro Corpo ha sedi molto strutturate in tutta Italia. Voglio pensare che vengano comunque tenute in vita proprio per il servizio che svolgono nel territorio. Ci sono varie proposte dallo Stato, come l’introduzione di brevi periodi di leva, anche se sarebbe una iniziativa molto costosa e dubito sia realizzabile. Speriamo che la nostra filosofia possa essere trasmessa ai giovani, attraverso i campi scuola o percorsi dove vengano insegnati i valori della nostra arma, per dare la possibilità di consegnare il simbolico cappello dell’Alpino ai ragazzi e perpetuare così la nostra tradizione.
I bresciani e i bergamaschi sono i più rigidi nell’autorizzare questo cambio generazionale, ma io non vedo molti altri modi per tenere sempre alta la penna.
Diversamente siamo destinati a scomparire e sarebbe una grave perdita per tutti. Voglio ricordare che noi interveniamo per primi sempre nelle grandi emergenze, nelle catastrofi, dove serve coraggio e dedizione.
Quali sono i valori degli alpini?
I valori della bandiera, della Patria e della famiglia. Sono valori condivisi e che penso ci accomunino tutti. E poi l’altruismo e il prendersi cura degli altri sono valori che vale la pena tenere vivi e che nei nostri paesi sono ancora sentiti.
Ringrazio il Presidente Claudio Migliorati e vi invito a rimanere collegati perché sulla prossima uscita ascolteremo il Presidente dell’Ass. Nazionale Carabinieri sezione di Calvisano Appiani Luigi
Intervista a cura di Ivana Tratta