Quinto appuntamento. Come vi avevo promesso, oggi leggiamo cosa ha da dire su questa scelta di vita, il Presidente dell’Avis Calvisano, Boldini Marco.
Ho con Marco un rapporto di grande affetto: per un mese all’anno, quando era piccolo e per alcuni anni – durante le vacanze – mi sono presa cura di lui, quindi per me è una grande soddisfazione vedere quanto sia maturato.
Descrivere Marco da piccolo come bambino vivace è un eufemismo e vederlo oggi, sempre ottimista e con il sorriso come allora, ma allo stesso tempo così riflessivo è stupefacente.
Bando alle ciance e sentiamo cosa ci racconta:
Sono Marco Boldini, da due anni e mezzo sono il Presidente dell’Avis di Calvisano, ho 35 anni, sono papà di due bellissimi bambini e sono gestore dell’azienda di famiglia.
Perché hai fatto la scelta del volontariato e poi quella della presidenza dell’Avis, ruolo a mio avviso, piuttosto gravoso?
La spinta iniziale me l’ha data mia mamma, ma ho capito l’importanza dell’Avis quando in ospedale mia nonna, ebbe bisogno di moltissime sangue: lì ho realizzato quanto fosse importante la donazione di sangue.
Ma quanto è impegnativo il tuo ruolo?
Più che la donazione in sé è molto impegnativa la gestione di tutta l’organizzazione, ogni giorno che passa la burocrazia è sempre più gravosa. Fortunatamente sono sostenuto da 15 consiglieri, una squadra fantastica, un gruppo coeso che cerca di dare sempre il massimo. Nel 2023 in solo due donazioni abbiamo raccolto 45 nuove adesioni di giovani ed è una enorme soddisfazione per la nostra Associazione.
Raccontami della festa dell’Avis che dopo tre anni di assenza ha allietato per dieci giorni il nostro paese ed è stato un successone…
Una grande soddisfazione, sono stati dieci giorni non stop, abbiamo iniziato ad organizzarla ancora a metà gennaio apportando alcune modifiche rispetto alle vecchie edizioni, inoltre abbiamo inserito i palmari che ci hanno consentito un efficiente coordinamento dei lavori. Quello che più mi ha entusiasmato è stata l’aiuto ricevuto dai ragazzi, più di 70 giovani volontari si sono alternati nelle varie serate. E’ stato bello vederli felici di collaborare con noi.
Ma come hanno fatto questi ragazzi ad arrivare a voi?
E’ stato un passaparola, abbiamo raccolto i frutti del lavoro fatto negli anni passati invitandoli e spiegando che non è solo lavoro, ma c’è anche tanta convivialità. Lavorare assieme permette di condividere anche momenti di grande divertimento.
Quindi c’è anche l’intento di far crescere una generazione nuova con questo spirito?
Si, uno spirito di amicizia, di gioia e perché no? C’è anche la speranza di farli diventare donatori.
Ringrazio il Presidente Marco e vi invito a rimanere collegati perché con la prossima uscita ascolteremo il Presidente degli Alpini
Intervista a cura di Ivana Tratta