Ci sono certe notti in cui travolti dalla magia di vecchi film d’amore l’ora condisci di serena attesa, frenesia, rifusa dolcezza.
Ora scocca, sfugge, sbuffa, disco lunare immoto rimane dinnanzi al tenero candore di occhi in ascolto. Ed è ritorno all’infanzia, quello che coglie di sorpresa, mette in interrogazione; sulla pelle fa sentire il peso di tempo tiranno, ingordo, dalle fauci spalancate, che requie non concede.
Appesantite palpebre, rimandano bagliori rosso scarlatto; mani giunte in grembo chete sostano imbevute d’emozione accesa.
Incanto e fantasia rilucono, di tratto in tratto, accompagnando l’inquietudine verso mere sconosciute. Quando la vita si fa frenetica, esigente, nulla di più dolce, carezzevole dell’immergersi, mentre tutto tace, e le ore sembrano incatenate ad un filo invisibile, alla magia di vecchie care pellicole dalle pelle accartocciata. Basta un poco soffiare, pulviscolo dorato, a raggiera si spande, per ritrovare incanto e pace. La stessa che il sonno accompagna, popola di fantasia, fa dolcemente il capo poggiare sul guanciale all’onirico concedendo tempo e spazio per essere.
Milena, la mamma di Vittoria e di Celeste