Jimmy Fontana, nome d’arte di Enrico Sbriccoli (Camerino, 13 novembre 1934 – Roma, 11 settembre 2013[1]), è stato un cantautore, contrabbassista e attore italiano. Ebbe il suo momento di massimo successo negli anni sessanta, soprattutto con la canzone Il mondo; è stato inoltre coautore di Che sarà, lanciata da José Feliciano e i Ricchi e poveri.
Gli inizi come cantante jazz
Appassionato di jazz, impara da autodidatta a suonare il contrabbasso e inizia a frequentare l’Hot Club di Macerata, dove si esibisce con complessi di alcuni amici. Conseguito il diploma in ragioneria, si trasferisce a Roma e si iscrive alla facoltà di Economia e Commercio. Inizia a frequentare i jazzisti della capitale, collaborando con la Roman New Orleans Jazz Band, in breve abbandona l’Università per dedicarsi a tempo pieno alla musica, iniziando anche a cantare, scegliendo il nome d’arte Jimmy Fontana (“Jimmy” in omaggio al clarinettista e sassofonista Jimmy Giuffre, di cui è ammiratore, “Fontana” viene scelto a caso dall’elenco telefonico).
Incide alcuni standard jazz per la Consorti; entra poi come cantante nella “Flaminia Street Jazz Band” (costituita da Giorgio Benigni, Umberto De Nigris, Francesco Tomassini, Raffaele Giusti, Aldo Balzani, Giovanni Spalletti, Sandro Santoni, Wilder Petroselli e Leonello Bionda), incidendo alcuni dischi per l’etichetta Astraphon.
Forma poi il gruppo “Jimmy Fontana and His Trio” con tre di loro, Raffaele Giusti al pianoforte, Sandro Santoni al contrabbasso, e Lionello Bionda alla batteria. In questo periodo conosce Leda, che diventerà sua moglie (nel corso degli anni avranno 4 figli: Luigi, musicista ed arrangiatore, Roberto, Andrea e Paola)
Il passaggio alla musica leggera ed il successo
Intrapresa la carriera solista, si avvicina alla musica leggera ed ottiene un nuovo contratto con la Hollywood (etichetta della Meazzi), ottenendo un buon successo con Diavolo, pubblicata anche in Spagna (tradotta in Diablo), che si classifica al terzo posto al Festival di Barcellona. Nel 1960 vince con Bevo il Burlamacco d’Oro, concorso musicale che si tiene a Viareggio.
Nel 1961 partecipa per la prima volta al Festival di Sanremo in coppia con Miranda Martino con il brano Lady luna, scritto dal maestro Armando Trovajoli e da Dino Verde. Passato poi alla RCA Italiana, per cui, oltre ad incidere altri 45 giri, canta, insieme a Gianni Meccia, Cha cha cha dell’impiccato dei Flippers, uno dei primi esempi di canzone demenziale (i due però non sono citati in copertina); il primo successo per la nuova etichetta è Non te ne andare (1963), canzone di cui è anche autore insieme a Gianni Meccia e a Lilli Greco.
Jimmy Fontana a Canzonissima
Nel 1965 ottiene il suo più grande successo con Il mondo, con testo di Gianni Meccia e Gianni Boncompagni, la musica scritta in collaborazione con Carlo Pes e l’arrangiamento curato da Ennio Morricone, canzone in gara a “Un disco per l’estate 1965” che viene poi interpretata anche da molti artisti internazionali in diverse versioni (fra le altre si segnala quella, con il titolo de El Mundo, del gruppo musicale spagnolo specializzato in cover, Los Catinos e soprattutto quella interpretata dalla voce d’oro di Praga Karel Gott con il titolo Jen v Maji).
Nello stesso anno interpreta due film musicarello di Tullio Piacentini: “Viale della canzone” e “008 Operazione ritmo”. “La mia serenata” vince il Disco per l’estate nel 1967, mentre al Cantagiro del 1968 presenta “La nostra favola”, cover della canzone di Tom Jones Delilah; il retro del 45 giri “La nostra favola” è la canzone “A te”, tratta dall’aria Je crois entendre encore dall’opera di Georges Bizet “I pescatori di perle”, e il 45 giri vende un milione di copie, ottenendo quindi il disco d’oro.
Nel 1970 ottiene un buon successo con “L’amore non è bello” (se non è litigarello) (sigla della trasmissione televisiva Signore e signora, con Delia Scala e Lando Buzzanca).
Che sarà
Nel 1971 scrive la musica in collaborazione con Italo “Lilli” Greco e Carlo Pes e parte del testo insieme a Franco Migliacci della canzone Che sarà: l’obiettivo è di presentarla a Sanremo e Fontana produce la registrazione a Los Angeles di Josè Feliciano, che registra 3 versioni della sua canzone: in italiano, in spagnolo (dal titolo Que serà) e in inglese (titolo Shake a Hand) prodotte da Rick Jarrard; rientrato in Italia, trova la strada sbarrata per la partecipazione al Festival insieme all’amico e collega portoricano.
Ennio Melis, allora Direttore Artistico della RCA, ha deciso di puntare sulla canzone per consacrare al successo i Ricchi e Poveri, giovane gruppo, fattosi notare al festival dell’anno precedente interpretando in abbinamento con l’autore Nicola Di Bari “La prima cosa bella”.
Jimmy, che ha diritto all’ultima parola in quanto compositore-autore della canzone, inizialmente nega l’autorizzazione che in seguito concederà, suo malgrado, quando Melis afferma che, senza i Ricchi e Poveri, la canzone non avrebbe partecipato ad alcun festival. La canzone si classifica al secondo posto nella graduatoria sanremese, ma i due singoli risulteranno molto venduti, ed il brano si rivelerà nel corso degli anni una delle canzoni italiane più famose, riprodotte ed eseguite nel mondo.
Il declino ed il ritorno
Deluso dalla vicenda di “Che sarà”, pur continuando ancora ad incidere, non ottiene più il successo del decennio precedente, per cui per alcuni anni interrompe del tutto l’attività, trasferendosi a Macerata, città in cui apre un bar che gestisce per cinque anni. Ritorna nel 1979 con “Identikit” (sigla della serie televisiva Gli invincibili) che riscuote un discreto successo, confermato poi da “Beguine”, una canzone che viene presentata con buon successo al Festival di Sanremo 1982, e che ha una particolarità: la musica nasce da una delle prime melodie scritte dal figlio Luigi, che poi lo accompagnerà, come collaboratore musicale, pianista e cantante.
Negli anni successivi forma il gruppo “I Super 4”insieme ai colleghi Gianni Meccia, Nico Fidenco e Riccardo Del Turco, con i quali partecipa a molti programmi televisivi. Ha lavorato anche nel cinema, in film musicali quali “Io bacio… tu baci” o di commedia all’italiana come “La voglia matta”. Una sua canzone, “Bambola bambina”, è stata utilizzata come sigla italiana del telefilm “La donna bionica”. In occasione del Festival di Sanremo 1994 ha fatto parte del gruppo “Squadra Italia”, appositamente costituito per l’occasione, cantando il brano “Una vecchia canzone italiana”. Successivamente continuò a fare serate musicali in giro per l’Italia fino a pochi giorni dalla sua morte, l’11 settembre 2013 nella sua casa di Roma, all’età di 78 anni, a causa di un’improvvisa febbre alta per un’infezione dentale.