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Il rumore del mare

Improvvisamente, una gocciolina d’acqua gli rigò il viso. Cominciava a piovere, ma neanche questo l’avrebbe convinto a fermarsi.
Camminava ormai da giorni, mesi, anni. Instancabile andava avanti; il vento il suo unico compagno di viaggio. Era un vecchio marinaio e aveva passato gran parte della sua vita sul mare, poi aveva deciso di tornare a casa e l’equipaggio l’aveva lasciato in un piccolo porto; da quel giorno il marinaio camminava; voleva tornare a casa; e questo desiderio gli dava la forza di andare avanti. Dormiva sotto le stelle e ascoltava i dolci sussurri del vento. Viaggiava senza sosta  da anni, aveva visto il mondo, ma non era riuscito ad amare nessun posto come il suo paese d’origine, che non vedeva ormai da troppo tempo. Continuava a camminare con la pioggia che gli scivolava addosso e il vento fresco che gli sfiorava il viso. Pensava. Pensava alla sua vita, passata a vagare senza meta, si sentiva libero. Pensava a quella piccola casa sul mare che aveva abbandonato e ai suoi genitori che non avrebbe riconosciuto e, all’improvviso, si fermò. Era arrivato. Il posto doveva essere quello. Lo osservò con attenzione, niente era come lui si ricordava. Al posto della sua piccola casetta sorgeva un enorme edificio e la sua spiaggia silenziosa, dorata e bellissima, era divenuta grigia, triste, affollata. Il marinaio aveva viaggiato troppo a lungo. Si rese conto di non avere più una casa e non avere più origini. Si fermò per poco, triste, poi continuò a camminare.
Maria

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