Sai, quando sei confuso e ti sembra di aver sognato. Così mi trovo per strada pensando che saranno i tuoi occhi a rapirmi ed io fermo senza sapere come sistemare ogni parola. Poi, figurati, come se non bastasse, ci manca anche l’inglese. Ho in tasca un biglietto, ho buttato lì delle frasi, chissà poi se le pronuncerò correttamente.
Certo qui il cielo non ha i colori della tua poesia e ad ogni passo che faccio mi sembra di sentire il cuore tradire ogni emozione. Penso che sarò uno dei tanti, un numero tra la folla e mi confonderò nei tuoi pensieri. Quante mani hai stretto, quanti sorrisi e grazie, per ciò che hai meritato.
Vado più in fretta di un fulmine così non sento le gambe tremare. Ora che ho raggiunto la meta, i ricordi mi invadono la mente e non so ancora adesso se erano migliori quei giorni, quando di te avevo solo delle foto sgualcite e la distanza e il mistero, rendeva le tue melodie come un focolare, dove intravedere il fascino della tua presenza. Ma non ho poi tanto tempo per riflettere se quando giungo alla meta mi accoglie un insolito silenzio. Dove sono andati a finire tutti i miei sogni?
Ci sono troppi posti vuoti e l’illusione che ha confuso la realtà. C’è anche un cartello non molto in vista, per la verità, che indica quanto è inutile scommettere sul futuro. Però si può ritentare. Tutto è sospeso, momentaneamente.
Chiedo spiegazioni ad un vecchio dall’aria piuttosto arzilla. Fa un sorriso e mi dice: “…eh si, se tu vai a chiedere di me alla signora … (N.d.A. non ricordo il nome)… ti farà un sorriso, ma solo per nascondere l’imbarazzo della sua indifferenza. Ma sa, penso che nel mondo ci siano tanti idioti come me. Senza offesa, naturalmente…”
Faccio finta di non aver capito, saluto e me ne vado. Cerco di correre, per nascondere i pensieri e confondere ogni confine. Ma, a dire il vero, in mezzo a tutto questo tormento, mi faccio anche un pò pena, perchè ancora immagino di salire una collina e da lontano sentire le onde del mare. Sì, il tuo mare. Quello che adesso mi affoga il cuore.
Simone