Clara Sánchez vive a Madrid ed ha raggiunto la fama mondiale con questo romanzo, vincitore del premio Nadal, in vetta alle classifiche di vendita per oltre un anno. Edito in Italia anche La voce invisibile del vento ma ha pubblicato anche alcuni romanzi inediti nel nostro paese, ma tradotti in molti altri ed ha vinto il Premio Alfaguara nel 2000 con Últimas noticias del paraíso.
Spagna, Costa Blanca, fine estate. Sandra, trentenne, si è ritirata nella casetta al mare di sua sorella perché ha bisogno di meditare, di trovare delle risposte alle sue incertezze. E’ incinta, non ha né arte, né parte ma soprattutto non è sicura di amare veramente Santi, il padre del suo bambino. Qui, lontana dai genitori litigiosi e dalla sorella “perfettina”, tra le passeggiate al mare e le sieste nel giardino, permeato dal profumo dei limoni, cercherà di capire cosa è bene per il loro futuro: il suo e quello di suo figlio. Julian, sopravissuto al campo di stermino di Mauthausen, dopo la liberazione, con l’amico di sventura Salvador, si occupò per conto del Centro Memoria ed Azione, di dare la caccia ai criminali nazisti sfuggiti alla giustizia nel processo di Norimberga. Si era sposato con Rachel, aveva avuto una figlia, si era trasferito a Buenos Aires dove, vedovo, viveva tutt’ora.
Salvador, detto Salva, era rimasto scapolo, si era dedicato alla causa e durante la vecchiaia si era ritirato in una casa di riposo. Fino all’ultimo aveva “cacciato” i nazisti e prima di morire aveva inviato all’amico una lettera in cui lo avvertiva che i coniugi Christensen, criminali nazisti, vivevano in Costa Blanca a Tosalet. Julian seppur anziano e sofferente di cuore inventa una scusa per la figlia e si reca a trovare l’amico. Purtroppo al suo arrivo alla casa di riposo verrà informato della sua morte.
Sandra, passeggiando sulla spiaggia, ha un malore e viene soccorsa da due coniugi anziani: Fredrik e Karin Christensen che successivamente le offriranno la loro amicizia e l’interessamento alla sua situazione. Il loro comportamento è amabile, la ospiteranno nella loro casa, verrà presentata ai loro amici, parteciperà alle loro feste ed alla loro vita quotidiana. Per lei potrebbero essere i nonni che non ha mai conosciuto, anche se la loro gentile dedizione e le loro serene espressioni finivano per avere un che di diabolico di cui non si capacitava. Tuttavia con loro si trovava bene come non si era mai sentita neppure con i suoi genitori e finì per accettare la loro ospitalità ed un compenso in danaro per i piccoli servigi che avrebbe reso come dama di compagnia per Karin.
Julian, che da giorni segue i loro movimenti, deve trovare delle prove per smascherarli e Sandra è l’unica che può farlo. E’ combattuto ad invischiarla in questa sua “caccia”, dato il suo stato di gravidanza, ma è l’unica chance che ha quindi l’avvicina e le svela la loro vera identità. Non è facile convincerla della verità.
Sandra riflette sulla propost, ogni donna può essere madre e lei, per suo figlio, non vorrebbe essere una madre qualunque ed aiutando Julian crede di avere l’opportunità per riscattarsi. Accetta quindi la sua richiesta ed i suggerimenti su ciò che dovrà fare e dove successivamente potranno contattarsi per scambiarsi le informazioni. Sa di correre dei rischi in ciò che si accinge a fare ma, anche se nulla potrà riportare in vita le vittime, ritiene giusto che i colpevoli siano puniti. Scopriranno che in quel luogo risiede una vera e propria confraternita di criminali nazisti che, come allora, si credono superiori, sono convinti da fare il bene ed accarezzano il sogno di ricominciare; hanno regole alle quali tutti devono attenersi, pena l’allontanamento o la soppressione, segretamente rievocano i fasti di un tempo ecc. Per Julian e Sandra iniziano i rischi e per chi legge la suspence dell’esito. Anche in questo libro si parla dell’ Olocausto e la storia è narrata dai due protagonisti secondo il loro punto di vista sulle situazioni che stanno vivendo. E’ un romanzo che al di là del racconto intrigante, mette a nudo il loro animo e sensibilizza le nostre coscienze sull’amore ed il coraggio, sul bene e sul male, sulla memoria, la giustizia ed il perdono. Tutti sentimenti che non possono lasciare indifferente la nostra interiorità.
Dalle note dell’autrice non si evince se si sia ispirata alla vita di Simon Wiesenthal, architetto polacco, internato in diversi campi di sterminio e liberato dalle forze alleate il 5 maggio 1945 dal campo di Mauthausen. Pesava 45 chili. Avrà la fortuna di ritrovare la moglie, anch’essa vittima della follia nazista e dopo un anno nascerà la loro unica figlia. Egli è l’uomo che ha speso la sua vita (è vissuto 94 anni) per assicurare alla giustizia gli infami protagonisti dei tragici orrori del regime nazista “Per non dimenticare”. Mai! Il suo non fu un atto di vendetta ma di giustizia nei confronti dei sei milioni di ebrei, degli omosessuali, dei dissidenti politici e degli zingari, schiavizzati, seviziati, torturati, usati come cavie da laboratorio, spietatamente massacrati.
Le sue ricerche hanno permesso di rintracciare, arrestare e condannare 1100 criminali di guerra nazisti. Il 7 aprile 2013, giorno in cui in Israele si celebra lo Yom HaShoah, il giorno della Shoah, dalla Germania si è avuta notizia dell’identificazione di 50 persone tutte ultranovantenni, ex guardiani dei campi di sterminio nazista, che saranno incriminate e processate per concorso in omicidio.
Gaboardi Angela