Avevo conosciuto il sign. Attilio nel 2019, alla presentazione del libro voluto dall’Amministrazione di allora dedicato alla Casa Albergo.
Già in quell’occasione mi aveva raccontato un po’ delle vicissitudini tristi che l’avevano portato ad abitare a Villa Lucia, il complesso di miniappartamenti protetti adiacenti alla Casa Albergo, dove risiedono anziani autosufficienti.
Da allora ad oggi, tranne il periodo della pandemia, mio marito ed io con la nostra cagnolona, lo incontravamo spesso mentre usciva a fare le sue passeggiate quotidiane, man mano più corte e negli ultimi tempi camminando col carrellino, ma che dimostravano quanta forza di volontà muoveva le sue gambe stanche.
Si fermava volentieri a scambiare quattro chiacchiere, tra ricordi del passato, quando lavorava, a ricordi più recenti, di quando a causa di situazioni familiari complicate e di condizioni di salute precarie, era stato trasferito in questa struttura…
Era quasi sempre allegro, pronto alla battuta spiritosa, impaziente di arrivare al gennaio 2025 per festeggiare il traguardo dei 100 anni!
Qualche volta però, parlando della sua famiglia, dei suoi 4 figli, gli scendevano lacrime di nostalgia, di delusione per dover vivere gli ultimi anni lontano dalla sua casa e cercavamo di consolarlo, anche se era comprensibile il suo stato d’animo. Era diventato amico di tutti gli abitanti nei dintorni di Villa Lucia e per questo, malgrado la sua età avanzata, la notizia della sua morte è dispiaciuta a tutti coloro che negli anni l’avevano conosciuto e gli volevano bene.
Ornella Olfi