Le Flannan, chiamate anche “Le Sette Cacciatrici”, sono un piccolo gruppo di isole a circa 30 km di distanza dall’isola di Lewis, nelle Ebridi Esterne. Si tratta di affioramenti che, contando la superficie emersa di tutte e sette le isole, non superano i 50 ettari totali di estensione, e che raggiungono un massimo di 88 metri di altezza sul livello del mare. Nulla di interessante, a prima vista, se solo non fosse per un mistero che fino ad oggi è rimasto tale: l’inspiegabile scomparsa dei guardiani del faro dell’isola Eilean Mòr, constatata per la prima volta il 26 dicembre del 1900. Il faro di Eilean Mòr venne costruito tra il 1895 e il 1899 nel punto più elevato dell’isola, per un costo totale di quasi 7.000 sterline del tempo. Per edificare il faro di 23 metri di altezza è stato necessario sollevare i materiali da costruzione lungo lo strapiombo di 45 metri che separa la location dell’edificio dal mare, e spostare i carichi direttamente dalle navi da trasporto in balìa dei capricci dell’Atlantico. Il faro fu uno dei primi fari scozzesi a ricevere comunicazioni tramite telegrafo, e venne gestito da esseri umani fino al 1971, anno in cui venne trasformato in un faro completamente automatizzato. Un anno dopo la sua costruzione, il faro delle isole Flannan fu protagonista di un episodio che, ancora oggi, non ha una spiegazione certa. Il 15 dicembre 1900, la nave a vapore Archtor si trovò a passare nei pressi dell’isola Eilean Mòr, notando l’assenza della luce del faro recentemente costruito.
Al tempo, l’equipaggio del faro era composto da tre persone: Thomas Marshall, James Ducat e Donald Macarthur, più un quarto sostituto che trascorreva il suo periodo di inattività sulla terraferma. I tre venivano riforniti a scadenze regolari dalla Hesperus (l’ultimo rifornimento era previsto per il 20 dicembre), ma la nave raggiunse l’isola solo il 26 dicembre per via del tempo atmosferico avverso.
All’arrivo sull’isola, nessun comitato di benvenuto. Gli imballaggi solitamente lasciati sul punto di scarico del piccolo porto di Eilean Mòr erano assenti, e nessuno dei guardiani del faro aspettava l’equipaggio della Hesperus con impazienza, come solitamente accadeva.
Per controllare la situazione venne inviato sull’isola Joseph Moore. Moore segnalò di aver trovato le porte del faro chiuse, i letti in ordine e l’orologio del faro fermo. Ritornato sulla nave, venne nuovamente inviato sull’isola assieme al capitano in seconda della Hesperus e un marinaio. Le lampade ad olio erano perfettamente asciutte e piene di combustibile, e parte dell’ultimo pasto dei guardiani giaceva ancora nei piatti sul tavolo della cucina.
Nessun segno di presenza umana, anche dopo l’esplorazione dell’intera isola. I tre uomini della Hesperus ipotizzarono che Ducat e Marshall dovessero aver lasciato il faro portandosi dietro una scatola per gli attrezzi, mentre McArthur sarebbe rimasto all’interno dell’edificio (la sua cerata era ancora appesa al gancio).
La costa ovest dell’isola sembrava essere stata pesantemente colpita da una tempesta di forza straordinaria, che aveva piegato alcune rotaie in ferro, spostato rocce di una tonnellata e distrutto diverse casse di rifornimenti. Moore e il suo gruppo di salvataggio furono in grado di recuperare il diario dei guardiani del faro, ottenendo qualche confuso indizio sugli ultimi giorni di attività umana dell’isola di Eilean Mòr:
12 dicembre: burrasca da nord-nordovest. Mare furioso. Non ho mai visto una tempesta simile. Onde altissime che colpiscono il faro. Tutto in ordine. James Ducat irritabile. [Poco più tardi] La tempesta infuria ancora, vento costante. Non si può uscire. Nave di passaggio suona la sirena. Si potevano vedere le luci delle cabine. Ducat Tranquillo, McArthur piange.
13 dicembre: la tempesta è continuata per tutta la notte. Vento da ovest a nord. Ducat tranquillo. McArthur prega. [Più tardi] Mezzogiorno, luce diurna grigia. Io, Ducat e McArthur preghiamo.
14 dicembre: vuoto
15 dicembre: Tempesta finita, mare calmo. Dio è sopra ogni cosa.
La scomparsa dei tre guardiani deve essere avvenuta dopo la fine della tempesta che causò così tanti danni alla costa occidentale dell’isola. Tempesta che, pare, non è stata registrata sull’isola di Lewis durante l’arco temporale dei diari, e a soli 30 km di distanza. E’ facile pensare come una vicenda del genere possa essere stata alterata dal passaparola del tempo. Si speculò che uno dei guardiani avesse ucciso gli altri due per poi gettarsi in mare in preda al rimorso; si parlò di serpenti di mare giganti, di spie straniere, e di navi fantasma, tanto da far nascere la leggenda del “Fantasma delle Sette Cacciatrici”. Robert Muirhead, giunto su Eilean Mòr il 29 dicembre 1900 per condurre le indagini ufficiali, concluse che due dei guardiani fossero usciti il 15 dicembre per assicurare una pesante cassa di rifornimenti ad una fessura nella roccia a 34 metri di altezza, ma vennero sorpresi da un’onda anomala che colpì la parete di roccia, trascinandoli in mare senza possibilità di salvezza. Una spiegazione alternativa venne fornita oltre 50 anni più tardi da Walter Aldebert, al tempo guardiano del faro delle Flannan. Aldebert riteneva che uno dei guardiani fosse caduto in mare per via di un’onda insolitamente potente, e che gli altri due si fossero precipitati in suo soccorso solo per venire travolti da una seconda onda anomala. Come sia andata realmente non possiamo saperlo con certezza.
L’ipotesi dell’onda anomala, considerata la natura del clima della località, rimane per ora la più probabile, ma in diario del faro lascia tutt’ora perplessi e senza alcune risposte.
The Eilean Mor Mystery