Quando arriva il periodo del Giro d’Italia, quest’anno l’edizione 104, ritornata dopo il forzato rinvio dello scorso anno, nel mese di maggio, diventiamo un po’ tutti appassionati di ciclismo.
Per tante ragioni, chi si è cimentato da giovane e non ha più lasciato la sua passione per il ciclismo, così come gli amanti delle passeggiate in bici. I più anziani ricordano gli anni 50 quando tutti si andava in bicicletta, poi arrivarono i ciclomotori, i motorini, le vespe o lambrette, poi la 500 e via via fino ai giorni nostri. Nonostante il progresso, anche nel ciclismo professionistico, resta sempre una occasione gioiosa da vedere a bordo strada, alla partenza o all’arrivo il Giro.
E se non è possibile, ti incolla per ore davanti alla televisione e lo porta in casa, tappa dopo tappa, dalla partenza all’arrivo.
Vidi il primo Giro d’Italia in tenera età, accompagnato da mio padre ed un amico, ognuno con una bici non tanto sportiva, la mia era da donna.
I girini, maglia rosa e poi vincitore Gastone Nencini nel 1957, passarono da Ponte San Marco. Finito il militare, nel 1964 in Castello vince il bresciano Michele Dancelli, l’anno dopo Franco Bitossi. Ricordo bene nel 1971 la cronometro da Desenzano a Salò vinta dal bresciano Davide Boifava.
Nel 1975 sulla Maddalena, dove eravamo saliti di corsa a piedi con altri più giovanissimi amici, vinse Vladimiro Panizza, secondo il bresciano Fausto Bertoglio, che vincerà il giro. Nel 1978 la 18° tappa arriva a Sarezzo, vince Giuseppe Perletto che batte il campione bresciano Pierino Gavazzi. Nel 1981 fui all’arrivo di Borno, primo Benedetto Padellaro, nel 82 a Boario Terme, Silvano Contini precedette il francese Bernard Hinault, che vincerà il giro. A Brescia, o in città non molte distanti vidi arrivi, fra l’entusiasmo degli sportivi, con le tifoserie a favore di Francesco Moser o Giuseppe Saronni, che avevano rinverdito gli storici ed inimitabili scontri di Gino Bartali e Fausto Coppi. Feci in tempo a vedere Coppi all’ultimo suo giro d’Italia nel 1957, mentre lo vidi vincere nel 1958, al famoso circuito di Calvisano, ho il suo autografo di quel giorno. Fui spettatore di altri appuntamenti a Calvisano, nel 1971 presenti Eddy Merckx (campione del mondo) e Felice Gimondi che invece lo vincerà nel 1973, fra gli ospiti presente Gino Bartali.
Per alcuni anni fui accompagnato anche dalla mia giovane moglie, un ricordo particolare nel 1979 la 14° tappa che da Meda portava a Bosco Chiesanuova. Per arrivarci dovemmo percorrere 5 km. a piedi ed in salita, essendo da ore bloccato il traffico, chilometri che nel ritorno non finivano mai. Vinse Bernt Johansson, il giro lo vinse Giuseppe Saronni. Delusione per i tanti intervenuti il 12 maggio 1983 a Brescia dove partiva il Giro, con una breve cronometro, ma quel giorno fu una falsa partenza, le proteste operaie dei metalmeccanici dei tre sindacati, fermarono la corsa. La mediazione di Francesco Moser e del direttore del Giro Vincenzo Torriani, non portarono a risultati positivi. Il giorno dopo una tappa a cronometro a squadre, a Montichiari vidi sfrecciare i corridori ad oltre i 50 orari, verso Mantova. All’Arena, domenica 10 giugno 1984, quando alla 22^ ed ultima tappa a cronometro da Soave a Verona, vidi l’arrivo trionfale di Francesco Moser, che riconquistava la maglia rosa, battendo il francese Laurent Fignon.
Nel 1986 vincerà il Giro un altro bresciano, Roberto Visentini, che riuscirà a battere Saronni secondo e Moser terzo. Nello stesso Giro un altro bresciano Guido Bontempi vinse con arrivi in volata ben cinque tappe.
Il giro ritornò a Brescia, solo nel 1991, vinse Gianni Bugno. Lo avevamo già ammirato l’anno prima a Balsega di Pine, dove fu maglia rosa dall’inizio alla fine del giro. Parlando di quel giorno, 29 maggio 1990, con il suo direttore ed ex ciclista Claudio Corti, molto sicuro della vittoria finale, seppure fosse solo la 12° tappa.
Da allora insieme a mio figlio di nove anni, vedemmo almeno una tappa ogni anno. Allora era una soddisfazione alla partenza, quando riuscivi a mescolarti con i corridori. E’ successo a Lumezzane l’8 giugno 1993, il Giro è di Miguel Indurain e a Marostica il 31 maggio del 1994 Giro a Evgenij Berzin. Contenti all’arrivo quando le transenne non erano alte due metri come ora. A Brescia si ritornò nel 2000, in via XX Settembre: vinse Biagio Conter, due anni dopo il grande Mario Cipollini, nel 2006 Paolo Bettini e nel 2010 lo straniero André Greipel.
Per Brescia fu un trionfo il 26 maggio 2013, quando fu l’arrivo finale del novantaseiesimo Giro, tappa al belga Mark Cavendish e primo Giro per Vincenzo Nibali, festeggiato con una Piazza Loggia ricolma di migliaia di tifosi applaudenti. Fu anche l’ultima volta che il Giro arrivò nella nostra città, complice pare alcuni pagamenti. Ritornò ad Iseo il 23 maggio 2018, arrivo sotto l’acqua e grande volatona, vinse Elia Viviani. Il Giro è vinto dal campione Chris Froome. Ora siamo in attesa che Brescia riporti in città il Giro d’Italia.
Marino Marini