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IL CIMITERO DEI NAUFRAGHI DI LAMPEDUSA

La Memoria è il tempo della storia. Ancorché lancinante di pianto ogni ricordo deve restarvi, insopprimibile lievito di civiltà. Ieri, oggi. Domani. Accusatore implacabile, spesso vergognoso ed amaro. Per non dimenticare mai. Nell’infinito volume dell’umanità si susseguono pagine di speranze, ansie, sofferenze, sacrifici, dolore, violenza, morte. Molti capitoli sono ignorati da chi non vuol ricordare collettive colpevoli inerzie, compiacimenti sottili, veleni ammantati di politica e scienza. La memoria è il tempo della storia, il futuro di ieri. Cucita nel filo nero e rosso che da Caino ed Abele, dai lager neri e rossi di Germania e Siberia, inesorabile conduce agli scempi di Afganistan e Iraq, a torture e uccisioni in nome di un Dio, dalla santa inquisizione all’orrore delle torri gemelle, alla bombe giocattolo, allo scempio dei bimbi in Biafra, Darfur, Kossovo, Somalia, alle torture moderne, alle bare contemporanee fatte di mare per i tanti immigrati che fuggirono guerra e fame e non giunsero mai. Memoria significa non permettere a caini, soloni e falsi profeti di disquisire in dotte lezioni da nuovi sepolcri imbiancati. Lo impediscano l’urlo dei morti per amore di un mondo più giusto per tutti, il dolore muto dei figli, delle mogli, dei padri, l’incolmabile debito che abbiamo per i tanti eroi silenziosi e dimenticati. La memoria è storia, dolore, esempio, messaggio di verità ed impegno. La memoria è la nostra storia, la nostra coscienza. Per non dimenticare. 

Ennio Di Francesco 

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