C’è qualcosa di particolarmente doloroso nella percezione del cambiamento.
Tanto tempo fa, nella mia lontana infanzia ci sentivamo come giovani alberi circondati dai massicci tronchi robusti di due o tre generazioni intorno a noi. Ci proteggevano, di creavano senso di sicurezza, di conforto, che ci permetteva di crescere spensierati. Intorno a noi c’era calma e serenità, anche se fuori si scatenava la tempesta.
Piano, piano i maestosi fusti si sono diradati, sentivamo le gelide fruste di pioggia, gli impeti soffi di vento. Ma crescendo ci eravamo irrobustiti e abbiamo resistito. E all’improvviso ci siamo resi conto, che da protetti ci siamo trasformati in protettori.
Dentro, dove fino a ieri eravamo noi, erano apparsi i sottili fusti di alberi nuovi. Adesso toccava a loro crescere spensierati, a noi di custodire la loro infanzia.
Quello, che una volta sembrava eternità si è trasformato in un cosa passeggera e i posti sono cambiati. Logico, inevitabile, naturale, ma arrivato così in fretta, in modo impercepibile, quasi crudele.
Darina Naumova