Le mie ricerche si sono rivolte in molte direzioni, ma la parte più corposa di informazioni trovate riguarda i Viganò provenienti da Maresso, attualmente frazione di Missaglia (LC).
Il primo accenno dell’esistenza di Maresso appare in un documento notarile dell’anno 879, nella firma di un teste, “manibus Bonomi, de Mareoesse filii quondam Andrei…” e lo ritroviamo nel 1162 in un atto di investitura a favore della chiesa di Monza, di proprietà terriere che Federico Barbarossa possedeva a Maresso.” (1)
Come ogni comunità, Maresso ha la sua chiesa dedicata a San Faustino e Giovita; grazie alla bontà di Don Guido Limonta, ho potuto accedere ai registri parrocchiali.
Numerosi sono i gruppi familiari che si sviluppano nel tempo un pò in tutte le cascine/frazioni, in particolare cascina Ossola, sulla quale si concentrò la mia attenzione.
La prima traccia dei Viganò risale ad un matrimonio ivi celebrato tra Viganò Bernardo e Casiraghi Elisabetta nel 24 luglio 1606. In precedenza il primo matrimonio tra un Viganò di cascina Ossola e una abitante di Missaglia data il 29 agosto 1599.
Da un registro parrocchiale del 1840 si elencano le 14 frazioni/cascine:
• Appianina
• Bernaga
• Brughera
• Butto
• Maresso
• Maressoletto
• Maressolo Borromeo
• Maressolo Corneo
• Molino Inferiore
• Molino Superiore
• Ossola
• Rimoldo
• Trecate
• Vallaperta
Le vicende della comunità di Maresso si sono concluse in due tempi diversi e tutte e due le volte in senso sfavorevole al borgo: nel 1454 la Parrocchia veniva unita a quella di Missaglia, e per oltre un secolo e mezzo non sarà ricostruita a parrocchia; nel 1840 il Comune perde la sua autonomia e viene unito a quello di Contra, per passare successivamente nel 1928 a far parte del Comune di Missaglia. Il nucleo familiare di mio interesse si sposta poi tutto insieme in Costa Lambro (attuale frazione di Carate Brianza) attorno al 1840-1847 stabilendosi alla cascina Ravizzola.
Dal 1890 circa migrano nella attuale Cesano Maderno a seguito di un fratello ordinato prete nel 1880. Egli diviene Vice Curato a Cassina Savina Chiesa di San Bernardo (all’epoca in Seregno) fino al 1924. I Viganò si insediano quindi prevalentemente in Cesano Maderno e Seveso fino ad oggi.
La notte del 27 maggio 1931, alle tre del mattino, all’età di 69 anni morì monsignor Ambrogio Arrigoni. Nato a Palazzolo Milanese il 7 dicembre1862, venne a Cesa coadiutore del parroco di Cesano. Diverse sono le opere che mise in atto durante il suo mandato. Tra queste vanno ricordate la costruzione dei due oratori, quello maschile e quello femminile, la creazione della Cooperativa Agricola di Consumo e della Segheria San Giuseppe.
L’opera che lo vide maggiormente impegnato fu la costruzione della nuova chiesa di Santo Stefano, inizata nel 1926 e conclusa solo dopo la sua morte. Monsignor Arrigoni fu anche il parroco della Grande Guerra. “Colui che confortò con la fede le madri, le mogli, i genitori e i figli cesanesi che avevano ricevuto la comunicazione della morte in guerra dei loro cari. Colui che ha supportato i reduci, i mutilati e gli invalidi che tornarono dall’inferno della guerra. Suo malgrado, è stato uno dei protagonisti, assieme a don Luigi Viganò di Cassina Savina e a don Antonio Borghi di Binzago, di quegli anni terribili con la sua silenziosa presenza…”.(2) Le ricerche procedono sempre più affascinata da questo viaggio nel tempo!
Elena Galimberti
Bibliografia/ sitografia
1. Relazione storico paesistica del Comune di Missaglia Provincia di Lecco 2016
2. Cesano Maderno 1869-2019 pg 49-50 prima edizione: settembre 2019 proprietà artistica e letteraria A.G. BELLAVITE srl, Missaglia (LC)
www.bellavite.it