Facendo le classiche pulizie di primavera e riordinando casa, ogni anno, immancabilmente, riesco a buttare ben poco: per nostalgia, per abitudine di tenere tutto, perché” non si sa mai”, magari potrebbe servire ancora, o per il ricordo che accompagna certi oggetti…E allora li prendo in mano, lascio spaziare la mente e, tra un sorriso e un po’ di nostalgia, ripongo ancora quasi tutto fino alla prossima pulizia. Tra i molti oggetti che tengo con piacere da tanti anni ci sono le cassettine di risparmio dei miei figli, quando erano piccoli.
Fino a qualche decennio fa infatti ogni bambino, fin dalla nascita, riceveva in regalo dai genitori o dai nonni, il salvadanaio, la cassettina della banca in pesante metallo dove mettere gli spiccioli e di conseguenza il libretto dei risparmi emesso dalla stessa banca. Era un regalo che insegnava ai piccoli a risparmiare ogni soldino avuto nelle più diverse occasioni: semplici pranzi di famiglia, compleanni, festività importanti, comunione, cresima, promozione a scuola…Momenti in cui familiari e parenti davano la “mancia”a figli e nipoti da mettere nella cassettina. Gesto molto sentito dagli adulti, perché la cultura del risparmio passasse come concetto basilare; contenti i bambini, impazienti di riempirla affinchè la mamma andasse in banca a depositare il gruzzoletto sul libretto e sentirsi “ricchi”. Non erano certo grandi somme, ma il messaggio era importante. Ricordo quando già sposate e con figli piccoli la domenica ci ritrovavamo a cena dalla mamma: salutandoci a fine serata, scambiando baci e abbracci con i rispettivi nipotini, era consuetudine dare a ognuno la mancetta, da mettere nella cassettina. Gesto d’affetto, rituale semplice e spontaneo che non si dimentica e che è sempre simpatico raccontare quando ci si ritrova in famiglia. Abitudini che cambiano, seguendo giustamente metodi più moderni di accantonamento dei risparmi, ma princìpi che dovrebbero restare. È invece sempre meno vissuta l’importanza del risparmio, sia perché oggi è obiettivamente più difficile riuscire a risparmiare( molti giovani sono disoccupati o hanno stipendi bassi e lavori precari, molte famiglie con un solo stipendio non arrivano a fine mese..) sia perché buona parte delle nuove generazioni vive più alla giornata, preoccupandosi un po’ meno di noi del futuro.
Ornella Olfi