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I MILLEUSI DELLE CASTAGNE

Fino all’inizio del XIX secolo le castagne hanno costituito la base alimentare per le popolazioni rurali montane, anche bresciane, nonché importante merce di scambio con prodotti agricoli della pianura. Della castagna non si buttava niente: quelle marce si davano agli animali, le scorze servivano per l’anno successivo ad alimentare il fuoco dell’essiccatoio, le foglie erano lettiera per il bestiame nelle stalle, i ricci messi in un buco nel terreno diventavano concime per gli alberi; prezioso il legname del castagno per scaldare i casolari, materia prima per costruzioni e attrezzi agricoli d’uso quotidiano.

Con le castagne essiccate al sole o davanti al camino, distese su graticci di listelli in legno, si otteneva una farina molto ricca di amido e calorica, che sostituiva i cereali, per questo erano chiamate “il pane dei poveri”. Fino a qualche decennio fa in autunno si riscaldava la cucina con il camino. Nel paiolo appeso alla catena si cucinavano polenta e varie pietanze tra cui, sulle braci nella padella forata, le caldarroste, (i brustulìcc) appetitose e croccanti.

Quando diminuivano le temperature si accendeva la stufa a legna, utile anch’essa per cuocere ogni pietanza, dunque anche le castagne. Quelle già pelate, soprattutto i marroni, più grossi e saporiti, si cuocevano nel latte ed erano squisiti poi con un po’ di zucchero. Con la farina di castagne si faceva il castagnaccio (la patuna), dolce semplice ma gustoso, che si vendeva in forneria e dal fruttivendolo.

Le castagne si prestano a parecchie ricette: gnocchi, tagliatelle, frittelle, nel ripieno del tacchino, sotto spirito. La saggezza popolare insegna che le castagne hanno anche interessanti proprietà contro l’anemia; la corteccia e il legno sono astringenti; l’infuso di foglie cura tossi e bronchiti; la farina è indicata per chi ha intolleranze ai cereali; l’acqua di cottura è un buon fertilizzante per la pianta stessa e usata dopo lo shampoo esalta i riflessi dei capelli biondi. Una volta si sfruttavano tutti i prodotti della natura, imparandone i molti usi benefici; nozioni rivalutate sempre più da erboristi e naturopati, spesso con ottimi risultati.

L’ippocastano è un imponente albero simile al castagno che a Montichiari caratterizza via Martiri della Libertà, “èl vial dele castègne amare” e via G. Guerzoni, lungo il Vaso Reale (èl fòss). Chiome rigogliose che regalano refrigerante ombra nelle calde giornate estive; in autunno coprono l’asfalto con un manto di ricci marroni che contengono castagne molto belle e lucide, ma non commestibili. Anni fa questi enormi tronchi servivano pure, di sera, a nascondere appuntamenti furtivi (dè sfrüss) alle coppiette, prima che il fidanzatino diventasse ufficiale, frequentando la ragazza in casa. Piacevoli le gite fuori porta nei boschi delle nostre valli per raccogliere castagne, mete divertenti anche per i bambini, per farli stare a contatto diretto con la natura e imparare a conoscerla.
Ornella Olfi

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