Mercenario, in ambito militare o bellico, è il combattente che, in quanto soggetto privato con i suoi diritti, doveri e poteri, estraneo alle parti in conflitto e con un contratto sottoscritto con il committente, prende parte alle ostilità e ne trae un vantaggio economico personale (a differenza di un qualunque ordinario soldato che appartiene ad una forza armata regolare e che risponde solamente allo Stato di appartenenza). In questo contesto si muove Barney Ross. Lo abbiamo conosciuto nel settembre 2010 come capo di una banda di personaggi (ognuno con la propria predisposizione tecnica), al quale l’impenetrabile Church affida una delicata missione: destituire un dittatore e mettere la parola fine a quella serie di soprusi che lo stesso infliggeva sulla sua popolazione. Incontrano il loro aggancio sull’isola, devono abbandonare la missione mettendo a repentaglio la vita di quest’ultimo, ma vi fanno ritorno per salvarlo e completare il loro mandato. Qualche anno più tardi (siamo nell’agosto del 2011) la squadra di Barney si riunisce nuovamente (con l’ingresso di nuovi membri) per un nuovo incarico che Church gli affida. Il compito, questa volta, sembra semplice ma, sfortuna vuole, ci scappa il morto (uno di loro). Anche qui non solo risolveranno il problema contingente (alcune tonnellate di plutonio nelle mani sbagliate) ma porteranno a termine anche la loro missione “personale”: quella della vendetta. Nel nuovo capitolo della saga, i nostri eroi si trovano a dover combattere Conrad Stonebanks (un cattivissimo Mel Gibson), originariamente fondatore dei mercenari stessi e poi approdato ad altri lidi più redditizi (il traffico d’armi). Lo si riteneva morto ma, presto, capiamo che così non è. Ma i tempi passano per tutti e l’età avanza anche per i nostri brizzolati eroi. Ragione per cui Barney dovrà arruolare delle nuove leve se intende consegnare il criminale al Tribunale dell’AIA. I mercenari di una volta saranno disposti a farsi da parte e mettersi in pensione? Diciamo solo che i fatti non prenderanno la piega che Barney si aspettava e la battaglia finale sarà un po’ diversa dalle sue aspettative. Con attori famosi per i loro successi commerciali (Rocky, Rambo, Terminator, Arma letale, Indiana Jones), i produttori alzano la posta in gioco e allargano il già strabiliante cast che comprendeva le leggende dello schermo (cardine dei primi due film) affiancando, a famosi divi del cinema, giovani facce di una nuova generazione di atleti e nuove stelle del cinema. A riunire tutti sotto lo stesso tendone ci ha pensato Patrick Hughes (regista applaudito sia per il suo lavoro nel campo della pubblicità che in quello del cinema narrativo e che ha debuttato nel 2010 con un lungometraggio versione moderna di Red Hill). E mattatori del film sono una squadra di attori che, calandosi senza fatica nei rispettivi ruoli, affiancano Stallone in questo terzo episodio (Arnold Schwarzenegger, Mel Gibson, Harrison Ford, Antonio Banderas, Wesley Snipes, Jason Statham, Jet Li, Dolph Lundgren, tanto per citarne alcuni). Le quasi due ore di durata, costruite sul tipico script del film d’azione ed avventura, scorrono via piacevolmente pur nella prevedibilità di una trama che pone, alla sua base, i consueti inseguimenti, sparatorie, armi, pugni calci e scazzottate varie ed alcune esagerazioni nei combattimenti. Il tutto spingendo quanto basta sul pedale dell’umorismo (che piacerà al pubblico un po’ più datato) e strizzando l’occhiolino al pubblico un po’ più giovane (grazie a Jason Statham). Piergiorgio Ravasio