Marzo 1994
Il mestiere del genitore oggi sembra quello più difficile da compiere e tutto ciò è dovuto alla società in cui viviamo che è in continuo peggioramento trovandoci impreparati di fronte ai nuovi pericoli che essa ci propina.
Difficile di questi tempi infondere nei propri figli i buoni propositi e i valori veri della vita anche se una soluzione a questo problema esistenziale bisogna pur trovarla e credo sia quella che i genitori pur mantenendo la loro figura di padre e madre, diventino amici dei figli Penso che, se un genitore è amico di suo figlio, sa anche quando è il momento di dargli un calcio nel sedere.
Ed il figlio saprà valutarlo bene poiché non gli sarà dato solo dal padre o dalla madre ma dall’amico che è in loro.
Capisco che al giorno d’oggi è difficile essere amici dei figli poiché mancano i colori di quella povertà che teneva unita la famiglia. Di quella semplicità che, non conoscendo una qualità migliore della vita, dava ai familiari un motivo per stringersi insieme e unire le forze per costruire un futuro migliore. poiché è nell’insieme che vive il rispetto reciproco, quel rispetto che spesso viene a mancare nelle generazioni attuali.
Quindi, il primo confronto da non tralasciare è in seno alla famiglia e non è detto che siano i genitori a dover imparare dai figli.
Tuttavia non conta tanto chi deve o non deve imparare, quanto invece quell’incontro quotidiano che può avvenire, per esempio, a tavola quando tutta la famiglia è riunita.
Un momento importante anche se non si parla e si mangia soltanto. Il solo fatto di essere lì tutti insieme attorno ad un tavolo ti ricorda che ti devi lavare, devi lavorare, devi essere onesto e non presuntuoso e soprattutto che devi essere allegro perché la vita è bella.
Per ricordarci tutte queste cose a volte basta un semplice incontro casuale che nell’arco di un’intera giornata è abbastanza difficile (anche al mondo d’oggi) che sfugga.
Magari uscendo da casa, incroci tuo padre che rientrando ti dice: “Non tornare tardi”.
Ecco, con quel “Non tornare tardi” significa anche “Non drogarti, non essere violento e se hai l’Aids guarda di non infettare quella povera ragazza che crede in te, sii sincero con lei”.
Una dimostrazione d’amore di un padre amico al proprio figlio, tutte cose che lui non ti ha detto, ma che tu hai sentito, e che metteresti in pratica con serenità. Purtroppo però il benessere, quel benessere che oggi ha tanto migliorato la qualità della vita, ha però fatto sì che questo dialogo, questo rapporto si frantumasse.
E allora genitori e figli, pur vivendo nella stessa casa, rimangono separati, ognuno nella sua solitudine. Per cui il mangiare insieme viene considerato una perdita di tempo senza contare poi il rischio di essere coinvolti con la parola, nell’eventualità che anche un piccolo argomento possa essere intavolato. In quel caso, per salvarsi da questa “immane fatica”, è opportuno fingere l’atteggiamento ipocrita di chi è sempre d’accordo su tutto, in modo che il massimo del dialogo non vada al di là di “Certo, Sì. è vero. Certo”. E allora il padre che capisce il triste disinteresse dei figli, fa finta di nulla, ma dentro di lui, prova il dolore di una famiglia che piano piano si sta esaurendo con la conseguenza di avere poi dei figli senza valori, senza alcun progetto per il futuro. Penso quindi che non solo l’amore ma anche l’affetto ha bisogno di essere alimentato, altrimenti non si spiegherebbero quelle madri che, per quanto abbiamo voluto bene ai figli, nel momento in cui la stima per essi crolla sono loro stesse a denunciarli alla polizia.
Se esiste dunque un confine oltre il quale ci si disamora dei figli, è presumibile che esista anche una rossa indicata come zona di pericolo e prima ancora una gialla dove si avverte che sei oltre il limite di sicurezza.
Una specie di graduatoria degli affetti, simile ad una scala di gradini colorati che, partendo da quel prato verde dove vivono rigogliosi gli affetti e l’amore, perdono il loro colore man mano che scendono verso il buio.
E se non ci prenderemo la responsabilità di porre rimedio a questa situazione con alcuni accorgimenti ci troveremo dei figli che avranno altri figli che imboccheranno la porta di casa abbandonando i genitori ancora prima di nascere.
Michele Cortinovis