Essere riconoscenti è una predisposizione d’animo e una speciale memoria che non tutti hanno. Ve ne sarete accorti senz’altro anche voi, in molte piccole o grandi occasioni: un amico che avete aiutato e che fa finta di non ricordare o proprio s’è scordato del favore; una persona che vi è cara ma che non vi saluta più da quando ha fatto carriera e non vi reputa più “all’altezza”; anche al contrario, un consiglio che vi è molto servito ma non sapete più chi ve l’aveva suggerito, è passato tanto di quel tempo…
Per me chi è riconoscente è una persona per bene e stimabile: sta in questa rara memoria, appunto, l’ammettere che di tanti pezzettini di puzzle, è fatta la nostra vita, che altroché se dobbiamo dire grazie, tutti, a tanta gente che con il passare degli anni spesso scolorisce, svapora. Io lo dico, sono ancora riconoscente alla mia maestra delle elementari, la signora Lia, che per l’esame di quinta mi insegnò con pazienza a disegnare un contadino con una mela in una mano e nell’altra un forcone per il grano, e io piangevo perché allora ogni vena artistica mi era ignota, eppure nei quadratini del quaderno alla fine ci sono riuscita. E mi sentii sicura di me e quasi quasi maggiorenne a 10 anni. Ricordo ad esempio e ringrazio anche Gianluca Boffetti, il quale, tre anni fa, è stato il primo direttore di un giornale a darmi la possibilità di scrivere e condividere le mie parole anche se io prima di allora non avevo mai scritto su nessun giornale. Avrei da ringraziare poi persone molto più importanti della mia vita, come mia madre che ancora mi tiene per mano e mi consiglia con amore particolare, e poi eccetera eccetera, ma qui adesso non lo faccio perché non voglio che questo mio articolo abbia il suono stupido della piaggeria. Di riconoscenza mi è venuto in mente di parlare questo mese perché ho visto, come milioni di italiani il Festival di Sanremo e la serata in cui era ospite Laura Pausini. Dico la verità: io non sono (anzi non ero, e poi capirete perché cambio il tempo del verbo) una sua fan. Perché a me piacciono, tanto per dire, Mengoni, Tre allegri ragazzi morti, Jovanotti, Levante, Emanuele Dabbono, e Laura non c’entra molto con questo genere di musica. Però l’ho guardata con attenzione, per curiosità giornalistica. Cosa avrà mai questa giovane donna di tanto speciale da fare impazzire mezzo mondo e da far diventare oro, anzi platino ogni disco che canta? Con quali qualità conquista un pubblico trasversale come quello del Papa (mi sarà perdonato l’irriverente paragone), donne, uomini, famiglie intere, ragazzine di 15 anni e nonne di 70? L’ho guardata, mi è molto piaciuta e provo dunque a riassumere quelli che ho colti come i suoi tre “effetti speciali”:
1. E’ normale come le belle donne normali. Qualche abbondanza qua e là, un sorriso aperto, poca vanità.
2. Possiede una sorprendente capacità di tenere il palcoscenico. Lo domina, senza foglietti in mano, senza voler occupare la scena, generosa con il pubblico, misurata, attenta ai tempi dello spettacolo, veloce.
3. Ed eccoci arrivati: è semplicemente, ed eccezionalmente riconoscente. Si è commossa quando si è rivista accanto a Pippo Baudo, quel Pippo che 20 anni fa esatti la incoronò vincitrice di Sanremo. Ha ringraziato Biagio Antonacci, confessando che l’ha tanto aiutata quando lei era disorientata dal successo, quando aveva paura di tutto e non voleva più viaggiare né cantare. Da allora lo chiama “il mio San Francesco”. Ha infine raccontato delle sue compagne di scuola, una signora che adesso fa la panettiera, una che cantava con lei nei piano bar e un’altra che come lei faceva parte del coro della parrocchia. La star mondiale e le ex ragazze ancora sue amiche. Di nessuno di loro avrebbe avuto bisogno adesso Laura Pausini: non di Pippo, che sembra il suo anziano papà; non di Antonacci, del quale è più famosa dieci volte; non delle amiche di un tempo, ignote a tutti noi telespettatori. E invece Laura l’inarrivabile, famosissima, ricca e stra-arrivata ha voluto ringraziare dal palco dell’Ariston i pezzettini del suo puzzle, chi l’ha aiutata, poco o tanto che sia stato. Sono una fan di Laura Pausini, persona prima che artista.
LA LISTA DEL MESE
VISTO:
• Joy, David O. Russell
• Revenant- Redivivo, Alejandro González Iñárritu
• Il sorpasso, Dino Risi
• The Hateful Eight, Quentin Tarantino
LETTO:
• Tutto quello che siamo, Federica Bosco
• Bianca come il latte Rossa come il sangue, Alessandro D’avenia
ASCOLTATO:
• Le cose che non ho, Marco Mengoni
• La velocità del buio -Shine,
Emanuele Dabbono & Terrarossa
• We are for the Wild Places,
Avalanche City
Saluti dallo spazio,
J.
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