Io ho 80 anni, ma vi assicuro – a voi che ne avete molti meno – che quando arriverete alla mia età non sentirete differenze. La differenza arriva e si sente solo quando non si vive, quando non si ama la vita, quando non si vuol più fare qualcosa di nuovo. Ma se si rimane ancorati e aggrappati alla bellezza dell’amicizia, dell’amore, della musica, del mare e della poesia, la vita regala sempre delle sorprese. Alla mia età si sentono gli acciacchi, certo, ma nello spirito non c’è differenza. L’amore non cambia mai. Quando uno si innamora, non importa l’età. Cambiano il riflesso fisico e la potenza sessuale, ma dal punto di vista emotivo forse l’amore è ancora più forte a cinquanta o sessant’anni. Io ho visto e conosciuto persone che si sono innamorate a settant’anni, ma innamorate davvero. Di quell’amore che quando l’altro manca si sta malissimo. D’altronde, l’amore è questo: continuo bisogno, desiderio di avere l’altro con sé. E gli ultracinquantenni hanno la stessa disponibilità all’amore dei più giovani. Ovviamente non si può generalizzare: ci sono cinquantenni e cinquantenni. Ci sono quelli a cui, ad esempio, è meglio non cantare nulla, mentre altri che sanno cogliere davvero i messaggi. Credo che la mentalità di un cinquantenne, che oggi come oggi è da considerarsi una persona giovane, è più attrezzata per cogliere i sottintesi, le metafore e la verità delle emozioni di chi canta. Gli Over 50 non si lasciano ingannare. Sono attrezzati meglio per entrare in un mondo di emozioni che non sono facili per i ragazzi più giovani. Anzianità non è sinonimo di saggezza. Però è più facile che i cinquantenni siano allenati culturalmente, più equipaggiati. A me piace moltissimo cantare davanti a persone che hanno più di quaranta o cinquant’anni perché hanno la predisposizione a immergersi in quello che sentono e si crea una forte empatia
Roberto Vecchioni