Gilles Joseph Henri Villeneuve (Saint-Jean-sur-Richelieu, 18 gennaio 1950 – Lovanio, 8 maggio 1982) è stato un pilota automobilistico canadese. Soprannominato l’Aviatore, iniziò la propria carriera sportiva partecipando a gare tra motoslitte nella nativa provincia del Québec. Successivamente passò alla guida delle monoposto, e nel 1976, vinse sia il Campionato di Formula Atlantic canadese che quello statunitense. Un anno più tardi la McLaren fece esordire Villeneuve in Formula 1 al Gran Premio di Gran Bretagna 1977; nel corso della medesima annata la Scuderia Ferrari lo ingaggiò per le ultime due gare stagionali in sostituzione di Niki Lauda. Legatosi alla scuderia di Maranello per il resto della carriera fece registrare sei vittorie nei Gran Premi ed una vittoria nella Race of Champions del 1979 a Brands Hatch (gara non valida per il titolo), oltre ad un secondo posto nella classifica del Mondiale 1979 alle spalle del compagno di squadra Jody Scheckter come miglior risultato. Morì a seguito di uno schianto a 227 km/h causato da un contatto con la March di Jochen Mass durante le qualifiche per il Gran Premio del Belgio 1982 sul circuito di Zolder, a bordo della Ferrari 126 C2. Villeneuve era molto popolare per il suo stile di guida combattivo e spettacolare, e da allora è diventato un simbolo della storia di questo sport, nonché uno dei più grandi piloti di tutti i tempi pur non avendo mai vinto un titolo mondiale. Le sue vittorie e svariate altre prestazioni vengono considerate capolavori assoluti nella storia della Formula 1, anche perché spesso sono state ottenute al volante di monoposto non all’altezza di quelle della concorrenza.
La morte
«Il mio passato è pieno di dolore e di tristi ricordi: mio padre, mia madre, mio fratello e mio figlio. Ora quando mi guardo indietro vedo tutti quelli che ho amato. E tra loro vi è anche questo grande uomo, Gilles Villeneuve. Io gli volevo bene.»
(Enzo Ferrari)
L’8 maggio 1982 alle ore 13:52 sul circuito di Zolder mancavano pochi minuti al termine delle qualifiche per la gara dell’indomani: Villeneuve occupava l’ottavo posto in griglia, mentre Pironi aveva il sesto tempo. Ormai in procinto di rientrare ai box, il pilota canadese affrontò la chicane alle spalle dei box e successivamente la discesa che immette alla Terlamenbocht (la “curva del bosco”). Improvvisamente si trovò davanti la più lenta March condotta dal suo ex compagno di squadra alla McLaren Jochen Mass, il quale lo vide arrivare e si spostò subito a destra, pensando che il canadese lo superasse a sinistra. Villeneuve invece eseguì la manovra opposta, volendo affrontare la curva all’interno lungo la traiettoria più veloce, e anch’egli andò quindi verso destra. La collisione fu inevitabile ed ebbe un esito disastroso: la Ferrari urtò con la ruota anteriore sinistra quella posteriore destra della March: la monoposto numero 27 si staccò dal suolo e volò per circa venticinque metri, compiendo due looping completi poco al di sopra del guard-rail di destra. Il looping successivo portò la vettura a schiantarsi violentemente a terra nella via di fuga interna alla Terlamenbocht: l’energia cinetica era tuttavia tale che la macchina venne rilanciata in aria, priva di gran parte dell’avantreno, per poi ricadere in mezzo alla curva.Lo stesso Jochen Mass rischiò di essere colpito dalla carcassa, che per qualche istante aleggiò sopra la sua vettura, ma riuscì ad evitare l’impatto sterzando bruscamente nella via di fuga. Quando la macchina rimbalzò sul terreno uno dei pannelli honeycomb della scocca posto tra lo schienale del sedile e la paratìa frontale del serbatoio cedette, trascinando con sé gli attacchi delle cinture di sicurezza: Villeneuve fu quindi sbalzato fuori dall’abitacolo con il sedile attaccato a sé e ricadde scompostamente, dopo un volo di quasi 50 metri, sulla spalla destra; nell’impatto abbatté la prima rete di protezione e poi sbatté violentemente il collo su un paletto di sostegno della rete metallica più esterna. I rottami della macchina volarono in tutte le direzioni: nella carambola Villeneuve perse anche le scarpe, che vennero ritrovate a duecento metri dal luogo dell’incidente, e il casco, che ricadde a cento metri, mentre il volante della Ferrari finì centottanta metri più in là. Sul posto si trovavano alcuni commissari ed un medico, che immediatamente diedero l’allarme e soccorsero il pilota. Le condizioni di Villeneuve erano palesemente gravissime: era privo di sensi, flaccido, cianotico ed edematoso su viso e collo. Altre lesioni non si scorgevano e l’attività cardiaca risultava comunque regolare, sicché il personale medico diretto dal dottor Sid Watkins (che giunse sul posto due minuti dopo il fatto) concluse che doveva esservi una frattura della colonna vertebrale. I medici provvidero pertanto a liberarlo dal sedile, a porre il collo in trazione e a praticargli massaggio cardiaco e respirazione bocca a bocca.
Dopo qualche minuto il pilota fu caricato a bordo dell’automedica, condotta dal direttore di gara Roland Bruynseraede, e trasferito al centro medico dell’autodromo, dove fu stabilizzato, per poi essere trasportato in elicottero alla clinica universitaria St. Raphael di Lovanio, dove un’équipe di medici rianimatori era pronta per prestargli le prime cure. Il dottor Watkins, che accompagnò Gilles lungo tutto il tragitto, nutriva tuttavia ben poche speranze. Gli stessi piloti che avevano visto le condizioni di Villeneuve tornarono ai box profondamente scossi: John Watson disse a tutti che Gilles era già morto. L’esito della TAC fu il seguente: Il cervello non mandava più impulsi al cuore che, insieme all’apparato respiratorio, svolgeva ancora le sue funzioni praticamente per inerzia. De Looz concluse che non c’era nulla da fare e che se anche, per assurdo, Villeneuve fosse sopravvissuto, sarebbe comunque rimasto paralizzato dal collo in giù e in uno stato puramente vegetativo per quel che gli sarebbe restato da vivere. Ciononostante il pilota canadese fu tenuto in vita tramite macchina cuore-polmone, anche perché Marco Piccinini, braccio destro di Enzo Ferrari, rifiutò di credere che tutto fosse perduto, chiedendo al dottor Watkins di chiamare “il miglior neurologo del mondo”. La moglie, dopo aver lungamente parlato con Watkins e De Looz, alle 21:12 diede l’autorizzazione a staccare le macchine che tenevano in vita il marito. Il corpo di Villeneuve fu riportato in Canada il giorno successivo con un Boeing 707 messo a disposizione dal governo canadese. Nei successivi due giorni la salma fu esposta in una camera ardente allestita nel municipio di Berthierville. Il 12 maggio si svolsero le esequie, nella chiesa di Santa Ginevra a Berthierville, davanti a migliaia di persone.
Al termine della cerimonia la salma venne trasportata al cimitero dell’est a Montréal e, rispettando le ultime volontà del pilota, fu cremata.