I fiori sono esseri viventi che non devono trarre in inganno. Ciò che noi umani chiamiamo bellezza floreale non sono altro che strategie di attacco, difesa: i colori e le forme dei petali sono inganni per gli insetti; i colori vivaci servono per spaventare. Le piante hanno perfino antipatie chimiche fra di loro per cui alcune non possono convivere nello stesso terreno con altre: una delle due muore.
Foglie carnose, steli puntuti, odori acri o dolciastri, liquidi amari secreti dagli steli, veleni trasformano il regno vegetale in un ambiente violento e ostile, vicino alle forme di vita primordiali, all’inizio della catena evolutiva. Ma allo stesso tempo raffinate perché capaci di ricorrere alla bellezza per dissimulare la loro fragilità e pericolosità.
Spesso i fiori hanno un ciclo vitale breve, per niente innocente o pacifico, e giungono alla morte, silenziosa e drammatica come la vita che hanno trascorso.
La bellezza e la purezza floreali sono inganni che possono essere svelati cogliendo all’improvviso le piante e i fiori quando il loro istinto dissimulatore è disarmato: la notte, usando improvvisamente il flash, oppure portando agli estremi i contrasti o la vicinanza.
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