Strano periodo.
Benessere e malessere coesistono, inquilini dello stesso appartamento, ed entrambi hanno voce. Posso prestare maggiore ascolto all’uno o all’altro, ma sono lì insieme.
Strana sensazione. I personaggi del teatro interiore son tutti lì, sul palcoscenico. Non fanno confusione, ognuno dice la sua se interpellato. Così un filo mi porta verso le gioie della vita, a contatto con la bellezza di una musica, di un cielo, di un albero, a contatto col senso della mia vita. Un altro filo mi fa sentire la fatica, lo scoraggiamento, la solitudine. Un altro filo ancora mi porta agli affetti della mia vita, ben presenti. Fili contraddittori, eppur veri tutti quanti. Veri di verità parziale, ma con effetti reali che vivono in me e si fanno sentire. Uno non esclude l’altro: tristezza e gioia stanno nello stesso tempo e nello stesso luogo.
Il periodo che vivo è faticoso, ha le sue pesantezze. Le sento tutte. E insieme sento anche che son fatiche che stanno andando in una direzione, che lavorano l’anima, lo spirito, le riflessioni. Sicché c’è peso e c’è anche senso. Ci sono stanchezza e fiducia, scoraggiamento e condivisione. Così cammino, concretamente e metaforicamente. Mi tengo su: uso il filo della bellezza e dell’amore, e mi sostiene. Lascio scorrere quello della fatica e dello sconforto, gli lascio un po’ di spazio e poi cerco di intrecciarlo con gli altri. Ricamo di vita.
Simona