La vettura di cui parliamo oggi è ormai entrata di diritto nel novero delle auto storiche, anche se sembra passato poco tempo dal momento del lancio.
Era il 2004, ben venti anni fa quando a Maranello decisero di riunire due realtà come Ferrari e Scaglietti, che già da sole bastano ed avanzano come biglietto di visita.
Da una parte la migliore casa automobilistica al mondo, plurititolata in F1, con un alone leggendario più che meritato sulle piste di tutto il mondo. Dall’altra un cognome che rimanda al grande designer automobilistico Sergio Scaglietti, colui che plasmò le linee della 250 Testarossa, solo per citare una delle sue creazioni.
Dando il suo nome ad un modello mentre Sergio Scaglietti era ancora in vita, la Ferrari fece una cosa mai fatta. Un privilegio che non venne concesso a nessuno prima di quel 2003. 612, 6 litri era la cubatura del motore, poco meno per l’esattezza, 12 i cilindri.
La Scaglietti, così viene spesso chiamata fu opera del centro stile Pininfarina, con quattro posti ed un baule di 240 litri… era ed è perfetta per affumicare un po’ tutte le sue rivali dell’epoca ai semafori, salvo poi consentirti anche di portare i bimbi a scuola. Montava un V12 di 65 gradi da 540 CV a 7250 giri al minuto, lo stesso della 575 M.
Le consentiva accellerazioni fulminee, 0-100 coperto in 4,2 secondi ed oltre 320 kmh di velocità massima.
Nonostante un peso notevolissimo, ben 1840 kg.
Trazione posteriore e cambio elettroattuato con palette al volante oppure anche se è rarissima, poteva essere ordinata con un manuale a 6 marce + RM.
Gli interni, in pelle totale sono da vera GT, i comandi sono ben raggruppati davanti al pilota, i sedili bellissimi ed avvolgenti garantiscono un’ottima tenuta nel caso si voglia testare la super potenza di questa vettura.
Una delle novità assolute e pazzesche è il tetto panoramico elettrocromico con tre regolazioni di filtraggio della trasparenza. Praticamente pare di viaggiare a cielo aperto, magie made in Maranello!
Rimase a listino per sette anni, con le sue linee filanti e quei gruppi ottici anteriori che hanno dato forse il tocco più esotico all’intera linea.
Al posteriore dominano i quattro scarichi, sportivissimi e con un sound pazzesco come solo a Maranello sanno fare.
I quattro gruppi ottici posteriori, tondeggianti si intonano perfettamente alla carrozzeria, conferendole un tocco di aggressività e bellezza senza tempo.
Due esemplari partirono per un super raid dalla Cina sino al Tibet, compiendo un viaggio pazzesco per una vettura di questo genere, l’occasione fu un tour promozionale in Cina appunto nel 2006. I primi esemplari oggi sono iscrivibili ASI almeno in alcune regioni italiane, sgravando di molto i costi sotto un certo punto di vista.
È una GT bellissima e con un V12 aspirato.
E’ stata la prima Ferrari V12 interamente in alluminio, sia il telaio che la scocca. Il serbatoio da 108 litri garantiva una certa autonomia, nonostante i consumi che si attestano sui 20,5l/100 km.
Inutile dire che auto così hanno un futuro collezionistico già scritto sin dalla nascita, solo per il marchio che rappresentano. Sono macchine che emozionano solo a vederle e non sono così irraggiungibili come prezzo. Certo è pur sempre un Ferrari, non dimentichiamolo… ma si vedono tanti suv passare che costano anche molto di più di una Scaglietti oggi.
Questo per dire che non costa più i quasi 270.000 euro del lancio.
Ovviamente a livello di costi di manutenzione è pur sempre un cavallino rampante, con un motore V12.
Credo non ci sia bisogno di spiegare perchè una Ferrari vada comprata, sarebbe un po’ come dare dei motivi per visitare Parigi o New York, sono leggende senza tempo.
Trazione posteriore e motore collocato anteriormente, alzando il cofano i copri punterie rosso fuoco danno il benvenuto, perchè non c’è prospettiva dalla quale una Ferrari non ti incanti. Si poteva ordinare anche come accessorio un set di valigie da sei pezzi appositamente creato per il modello. Quando uscì nel 2004 ci eravamo appena lasciati alle spalle una delle estati più calde di sempre, quella del 2003. Le Torri Gemelle erano cadute da poco e ancora non sapevamo che due anni più tardi saremmo diventati campioni del mondo. Nelle tasche degli adolescenti di allora, come me, c’era l’I Pod e non l’iphone che ancora non esisteva. Quello stesso anno, nel 2004 andava in onda l’ ultima puntata di Friends. Tempi in cui d’estate usciva hit mania dance, che raggruppava tutti i successi che avevano fatto ballare durante i mesi più caldi.
Lo scorrere dei giorni era segnato da accadimenti che sancivano l’inizio e la fine di una stagione o di un periodo, il Festivalbar, per l’estate, dava il via alla stagione calda.
Non esisteva ancora nessun social, Schumacher e Valentino ci facevano gioire quasi tutte le domeniche, a volte vincevano insieme nello stesso giorno.
Antonio Gelmini
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