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FARE E RICEVERE REGALI

“Ma dove l’hai trovato?”: è una reazione ambigua al regalo di Natale, può voler dire che è tremendamente brutto/bello, ma è sempre meglio dello sbadiglio trattenuto che si fa ritrovandosi dinanzi la sciarpetta generalista. Vorrei riflettere su una questione di grande attualità. Oggi fare e ricevere regali è quasi una moda, magari non più confinata ai momenti canonici che le festività ci impongono. Il più delle volte ci si concentra sulle manie-fobie del destinatario per cui ecco alla ribalta oggetti impensabili nei momenti di lucidità quali l’accendisigarette solare (purché il raggio colpisca lo specchietto!) o, per chi compre equosolidale, i semi di baobab per ogni evenienza. Tutto ciò può far sorridere anche i più immusoniti ma se il regalo tanto agognato è del materiale “budineggiante” che si adagerà sotto il proprio derma il sorrisino di molti si tramuterà in sconcerto. L’anno scorso s’era parlato di seni nuovi come regalo per il diciottesimo compleanno, fenomeno più americano che italiano ma pur sempre afferente alla sfera umana, rappresentativo di una tendenza allarmante. Dopo aver riempito gli spazi di orpelli vari, si cerca di colmare il vuoto interiore con protesi sottocutanee. Per definizione gli adolescenti non amano il proprio corpo. Insoddisfatti, credono che il cambio di un “pezzo” possa aiutarli a rientrare nel canone di bellezza in voga al momento. (Se la dama con ermellino di Leonardo fosse l’ideale odierno, tutti ci dovremmo smussare le spalle?)
L’adolescenza è una fase di metamorfosi durante la quale il corpo e la psiche sono in movimento, raggiungono falsi equilibri, fluttuano congiungendosi e disgiungendosi nel contempo. A questo processo partecipa anche, oggi più spesso, il genitore dell’adolescente. Nel senso che a volte sono proprio gli adulti a desiderare figli “perfetti”, conformi al modello di bellezza dominante. Operare un adolescente non ha senso poiché la percezione di sé evolve, perché oltre al corpo non si è formata neppure l’identità personale. L’io si costruisce anche attraverso la rete di relazioni con gli altri, ben venga quindi il fidanzatino della sedicenne che la ama così com’è, in tal modo contribuirà a formare la personalità di lei. La questione, secondo me, non è tanto medica quanto educativa. La scuola media e superiore e la famiglia, devono educare anche in questo senso. Non offriamo implicitamente sostegno a un’ideologia che stabilisce il valore di una persona in base a criteri estetici che identificano Mario e Maria con un tutto naso o un tutto seno. Da adulti (in ogni caso ex-adolescenti) è diverso, ognuno è responsabile di sé, libero di scegliere di regalarsi un “pezzo” nuovo. Buon Natale, buon Anno a tutti… Fulvio

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