La vittoria della Nazionale Italiana è stata sicuramente una delle pochissime cose che in questo anno e mezzo di pandemia ci ha fatto sorridere, piangere di felicità, vivere…
Erano passati ben 53 anni dall’ultima volta ma ciò che ancora rende più magico questo percorso europeo è stato sicuramente il legame comune che ha unito la squadra rendendola una vera e propria famiglia. Se poi aggiungiamo gli abbracci tra il tecnico Mancini e Vialli ecco che c’è pure la ciliegina sulla torta. Per i nostalgici come me, rivederli abbracciati a distanza di tanti anni quando militavano nelle file della Sampdoria è qualcosa di meraviglioso e di valore: l’AMICIZIA, quella vera, che dura per sempre. Se poi osserviamo l’ultimo abbraccio con le lacrime agli occhi… beh, lo lascio commentare a voi.
C’è chi in Italia ha pure remato contro a questa Nazionale: indipendentemente dalla vittoria o meno, dovremmo imparare ad amare il nostro paese e difenderlo quando è necessario. Magari i politici si impegnassero come la Nazionale a rendere il nostro paese valorizzato, amato e si adoperassero per il bene comune e non per interessi personali. Ricordiamoci che il nostro paese ospita ben i due terzi del patrimonio artistico, architettonico e culturale del Mondo. Concludo il mio intervento con una frase del Papa che si è soffermato sul significato dello sport e dei suoi valori, e su quella capacità sportiva di saper accettare qualsiasi risultato, anche la sconfitta: solo così, davanti alle difficoltà della vita, ci si può sempre mettere in gioco, lottando senza arrendersi, con speranza e fiducia.
Gianluca Boffetti