“Sa, l’importante è che riesca a recuperare la mia autonomia.”
Esco dalla stanza con questa frase nelle orecchie. E penso che il concetto di autonomia può essere davvero molto variabile e tremendamente relativo. Nel caso in questione, si tratta di riuscire ad andare in bagno da solo, di spostarsi dalla carrozzina al wc e ritorno. Già la doccia è fuori discussione.
Molto distante dall’idea di autonomia che si ha nel mondo “normale”.
Così, mentre cammino nell’aria ancora meravigliosamente fresca, attraversando i giardini che separano le palazzine dell’ospedale, penso a cosa davvero significa sentirsi autonomi. Che, al di là degli aspetti concreti, è uno stato della mente, è il nostro modo di percepirci nel mondo. Sono autonoma perché ho vissuto da sola e lo potrei fare ancora, se dovessi? Perché sono in grado di pagare un affitto, di guidare un’auto? Sono meno autonoma perché il mio inglese lascia molto a desiderare, e fatico a leggere un articolo scientifico che non sia in italiano? Sono autonoma perché posso prendere tranquillamente una metropolitana senza avere crisi di panico?
Non continuo nell’elenco, ma ho l’immagine di cerchi che si intrecciano, si allargano, si stringono: ogni cerchio è un aspetto della nostra vita, in cui ci muoviamo con maggiore o minore scioltezza e abilità, rendendolo pertanto più grande o più piccolo, ampio o angusto.
Insiemi molto diversi per ciascuno di noi: chi è o non è autonomo? In assoluto?
Ho conosciuto persone che si sentivano autonome in carrozzina, altre che non si sentivano tali perché bloccate da paure, ansie, difficoltà psicologiche. Quando siamo davvero autonomi, indipendenti? E poi, dove sta il confine tra indipendenza, autarchia, bisogno degli altri?
Non sono autonomo perché ho bisogno di qualcuno che mi faccia la doccia o mi aiuti a vestirmi? Sono autonomo se faccio la mia vita e nei momenti di sconforto sento il bisogno di avere qualcuno accanto a me che mi ascolti e mi aiuti? C’è differenza? Sì e no.
In tutto questo vedo un filo che collega ognuno di noi, reti di forze e debolezze, di capacità e bisogni. Ovviamente c’è un piano di autonomia che riguarda abilità/disabilità. Ma su un altro piano, l’autonomia è uno stato della mente. E comprende anche l’aiuto degli altri quando ne abbiamo bisogno. Non siamo meno autonomi per questo.
“e udì estranea un estraneo che diceva: Iosonoaccantoate.”
Rilke, Il rapimento, da: Nuove poesie
Io sono accanto a te. Estranei, compagni di viaggio. Meraviglia della vita.
sguardiepercorsi