Si è appena concluso il Festival di Sanremo e devo dire che buona parte delle canzoni in gara avevano dei testi profondi e ricchi di significato. Da 50enne quale sono, non vi nego che la serata più emozionante per me è stata quella delle cover. Vedere questi mostri sacri come Cocciante, Vecchioni, Tozzi e tanti altri cantare insieme ai giovani in gara regalando capolavori, mi ha colpito profondamente. La musica ha questo straordinario potere: unire due generazioni apparentemente lontanissime, ma così vicine, accomunate dalla voglia di dare un messaggio attraverso il testo, la melodia, l’interpretazione.
Sarà anche che la voce di Pino Mango mi ha sempre affascinato in tutte le sue canzoni, da “Lei verrà” a “Come Monna Lisa”, da “Dove sei” a “Bella d’Estate”; da “Oro” a “La Rosa dell’inverno” sta di fatto che la figlia Angelina Mango, ha interpretato la canzone “La Rondine” del padre in maniera intensa, matura, semplice, profonda, elegante, discreta. Un omaggio struggente, disperato, un pugno nello stomaco, un magico filo tra padre e figlia, un dialogo tra due anime esistenti in due dimensioni diverse ma comunicanti. In una frase sola, il canto di un’anima.
Vecchioni interpreta “Sogna, ragazzo sogna” con un ragazzo che non era ancora nato nel momento in cui è stata scritta la canzone. Quando nelle ultime strofe, riferendosi ad Alfa “Manca solo un verso a quella poesia, puoi finirla tu” … il Professore si distacca e chiude gli occhi per far finire la canzone ad Alfa che lo guarda con gli occhi pieni di ammirazione. Tra l’altro il giovane scrive strofe fantastiche che fanno riflettere sul grande tema della vita, cantate bene e ben armonizzate con la musica… Vecchioni è abituato a lavorare con i ragazzi, qui è semplicemente andato oltre.
Ci ha mostrato come anziani e giovani non sono in competizione e che sognare è per tutti e che il ragazzo che sogna è solo la metafora della vita. Perché si può sognare a tutte le età. Se ad un testo che è non solo grande poesia ma profonda filosofia di vita unisci due interpreti straordinari, che trovano un momento unico di magia e di pura emozione, allora ti accorgi che sei di fronte ad uno di quei momenti che non si ripeteranno e che lasceranno la loro impronta nella storia della musica e della creazione artistica di tutti i tempi. E questo lo senti senza che nessuno te lo abbia annunciato. Il cuore batte forte, la mente si apre ad un orizzonte di fiducia e di speranza.
Altro momento di rara profondità e bellezza, il duetto tra Riccardo Cocciante e Irama che con grande umiltà è riuscito ad affiancare un mostro sacro straordinario. Hanno emozionato arrivando al cuore! Pathos allo stato puro…un crescendo di emozioni travolgenti che solo l’AMORE può generare anche quando finisce o credi sia finito ma in fondo sai perfettamente che così non sarà mai! Due interpretazioni sublimi, eteree, struggenti, voci che ti trafiggono l’anima che non smetteresti mai di riascoltare se pur con quel lieve e dolce dolore. La sofferenza della perdita recitata sulle loro espressioni del viso e del corpo. Unici!!
Il dolore spiegato, cantato con tutta l’anima, senza orgoglio, con il cuore in mano.
Qui siamo a livelli alti, e non servono i numeri e classifiche per ammettere che il talento e la grandezza non si possono catalogare: sono davanti ai nostro occhi, anzi al nostro attento ascolto. Immenso Cocciante, non c’é da aggiungere altro e Irama, sensazionale e super emozionante come sempre con la sua voce da brividi ha fatto centro nel profondo.
Il duetto tra Tozzi e I The Kolors è la dimostrazione dell’immortalità della vera musica italiana. Tre brani come “Ti amo”, “Tu” e “Gloria”, con alle spalle ormai più di 40 anni ma che fanno ancora emozionare e ballare e I The Kolors si sono trovati veramente a loro agio.
Altra canzone che tutti abbiamo cantato almeno una volta è “Notte prima degli esami” di Antonello Venditti cantata da Gazzelle e Fulminacci; Annalisa con la sua straordinaria vocalità ci emoziona con “La Rappresentante di Lista” e il coro Artemia interpretando “Sweet dream (Are made of this)” degli Eurythmics. Annalisa è il perfetto equilibrio tra eleganza e potenza, con un’estensione e una stabilità vocale pazzesca e La Rappresentante di Lista” non è da meno.Il risultato non può che essere questo connubio meraviglioso.
Oltre alle cover spazio anche alle canzoni che ogni artista ha portato sul palco di San Remo. Soffermandomi sui testi che lasciano il segno dentro di noi non posso esimermi dal citare Mannini. Il brano racchiude i momenti fragili e gli ostacoli che la vita ti mette davanti. “Ma abbracciami che è normale. Stringerti forte è spettacolare come l’amore il primo giorno d’estate, come i dischi belli che non scordi più, come l’istante che ti cambia per sempre”.
“Tu no” di Irama parla della nostalgia e del senso di vuoto per una persona assente. “Tu sorridevi, cercavi un modo per proteggermi però non c’eri quando volevo che tu fossi qui”. Anche Il Volo con il loro “Capolavoro” raccontano di un amore come àncora di salvezza, che salva il suo protagonista, migliorando la sua esistenza e arricchendo la sua vita. Mr Rain in “Due altalene” racconta la storia di un genitore che perde i propri figli. “Anche se dura un secondo come le comete griderò, griderò il tuo nome fino a perdere la voce, sotto la pioggia, sotto la neve, sospesi in aria come due altalene e come nelle favole ogni volta tornerò da te”.
Ci sarebbero altri testi da citare ma il mio spazio a disposizione sta per terminare Concludo con un mio pensiero personale: quest’anno a Sanremo sembra abbiano prevalso le canzone con dei testi impegnati e ciò mi fa molto piacere: sono sempre dell’idea che le canzoni non si devono solo sentire ma ASCOLTARE nel profondo dell’anima.
Gianluca Boffetti